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APPUNTAMENTI
Biotecnologie, OGM e innovazione scientifica:
opportunità per uno sviluppo sostenibile
Esperti a confronto in un convegno organizzato
da Confagricoltura Lombardia
Si è tenuto giovedì 14 novembre,
al Parco Tecnologico Padano di Lodi, il convegno organizzato da Confagricoltura
Lombardia sul tema: “Nutrire il pianeta, biotecnologie in agricoltura.
Non solo OGM“.
Tutti gli intervenuti hanno voluto chiarire che con biotecnologie si intende
un complesso di conoscenze, strumenti di indagine e tecnologie che hanno
in comune l’approccio a livello biochimico molecolare ai meccanismi
della vita. Non solo organismi geneticamente modificati (OGM), quindi,
ma tecnologie che determinano un legame sempre più stretto tra
agricoltura e scienza e che sembrano ormai imprescindibili per affrontare
la sfida della crescita di produttività del settore agricolo, balzata
ai primi posti dell’agenda politica dei governi. Sia i paesi sviluppati
sia quelli in via di sviluppo hanno sempre più la necessità
di incrementare produttività e sicurezza di approvvigionamento,
ma di minimizzare nel contempo gli impatti sull’ambiente.
Attraverso la genomica oggi è possibile caratterizzare in modo
univoco gli organismi viventi, confermare l’origine e la tipicità
di un prodotto, così come certificarne la salubrità, dando
un forte contributo alla sicurezza alimentare e una garanzia in più
per la certificazione del made in Italy nel mondo. Tutto ciò conferma
anche in Italia il grande contributo in termini di innovazione, sostenibilità
e competitività che le biotecnologie possono dare alla filiera
agroalimentare.
«Confagricoltura Lombardia intende affermare la necessità
di aprire su questo tema un confronto aperto e diretto, basato su precise
argomentazioni di carattere scientifico, agronomico ed economico»
– ha dichiarato Antonio Boselli, Presidente di Confagricoltura Lombardia.
«La ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica sono strumenti
fondamentali per lo sviluppo futuro del comparto agricolo, un cui utilizzo
responsabile e consapevole può portare benefici non solo agli operatori
del nostro settore, ma all’intera collettività in termini
di sicurezza alimentare e di sostenibilità ambientale. Non dimentichiamo
che ciò che noi oggi chiamiamo tradizione è stata innovazione
per i nostri padri.» – conclude Boselli.
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Antonio Boselli – Presidente Confagricoltura Lombardia
Esempio del paradosso in cui si trova il mercato italiano è quello
delle coltivazioni di mais, coltura strategica per l’agricoltura
lombarda. La produzione è sostanzialmente bloccata allo stesso
livello da circa un decennio. Al contrario, negli Stati Uniti, le rese
hanno fatto registrare un forte incremento, superando quelle italiane
e ribaltando così il primato del nostro Paese per capacità
produttiva. Una variazione che è certamente da porsi in correlazione
all’utilizzo degli OGM negli USA. Risulta evidente il danno economico
provocato da tale situazione che ci vede costretti ad aumentare le quote
di commodities di produzione estera, spesso ottenute da coltivazioni OGM
che, conseguentemente, entrano nella nostra filiera produttiva. Stesso
vale per la coltivazione della soia. Fare uso delle biotecnologie aiuterebbe,
in linea generale, a coniugare produttività e sostenibilità
ambientale.
Gabriele Fontana – Assobiotec/Federchimica
Le colture geneticamente modificate non sono l’unica risposta, ma
abbinate ad un uso mirato dei mezzi tecnici come agrofarmaci e fertilizzanti,
permettono di massimizzare la produttività consentendo un utilizzo
più efficace ed efficiente delle risorse come suolo, acqua ed energia,
promuovendo un’agricoltura in grado di fare fronte in maniera sostenibile
alla crescente domanda globale. Le biotecnologie offrono: sistemi diagnostici
rapidi e precisi sulla salubrità degli alimenti; caratterizzazione
delle produzioni in termini di provenienza ed autenticità; accelerazione
dell’attività di selezione di nuove varietà; protezione
delle piante da alcuni importanti parassiti; miglioramento del profilo
nutrizionale degli alimenti; riduzione degli input energetici nelle attività
agricole; praticabilità di tecniche conservative e sostenibili;
coltivazione di piante geneticamente modificate e convenzionali in regime
di coesistenza.
Marco Nardi – Assosementi
Il seme rappresenta il primo anello di ogni processo di produzione vegetale
ed è alla base dei prodotti che ogni giorno arrivano sulla tavola
dei consumatori o vengono destinati ad altre trasformazioni. Ogni anno
la ricerca è capace di mettere a disposizione dei coltivatori,
ad esempio, tantissime nuove varietà di mais, con un elevatissimo
grado di rinnovamento. Nel Catalogo comune a fine 2012, su poco meno di
20mila varietà di specie agrarie complessivamente iscritte, erano
presenti 4mila 690 varietà di mais. La ricerca varietale è
la chiave del reale progresso in agricoltura. Basti guardare ai risultati
della ricerca sul mais negli ultimi 50 anni in termini di aumento di resa
produttiva e qualità, resistenza genetica agli organismi nocivi
ed alle malattie, maggiore adattabilità ai cambiamenti climatici
e agli areali di coltivazione, a partire dalla produzione di varietà
ibride e dallo sfruttamento del fenomeno dell’eterosi (cioè
dell’aumentata vigoria rispetto al fenotipo dei genitori).
Emanuela Cappellazzo – Cargill
Il 2012 ha visto un decremento della produzione di cereali (-3%) e, data
la rigidità dei consumi, si è tradotto in un deciso decremento
degli stock finali (-8%). I maggiori problemi si sono verificati nei paesi
dell’ex-URSS (Russia, Kazakistan, Ukraine) e nei paesi maggiori
esportatori (Argentina, Brasile, Australia, US). Nel 2013 le produzioni
sono ritornate invece a crescere (+8% rispetto al 2012 e +5% rispetto
al 2011), con forti crescite della produzione nei paesi dell’ex-URSS.
Arrivando all’UE, confrontando le rese nel mais di Italia, Francia
(maggiore produttore UE) e Spagna, si nota come le curve di Francia e
Italia siano sovrapponibili, mentre la Spagna dal 2003 ha cominciato un
trend in deciso aumento. Nel 1998, infatti, la Spagna ha autorizzato le
semine di mais OGM. Nel 2013 l’area dedicata a mais OGM in Spagna
rappresenta il 32% del totale. Tenendo conto dei 4 maggiori cereali (mais,
grano tenero, duro e orzo) l’Italia produce circa 16 mill MT contro
un fabbisogno di circa 23 mill MT (di cui la metà circa per l’alimentazione
animale). Inoltre ha bisogno di circa 1.5 mill MT di semi oleaginosi e
di circa 2.5 mill MT di sfarinati proteici (per alimentazione animale).
Nelle importazioni è evidente l’importanza che hanno avuto
negli ultimi 5 anni Ungheria e Ucraina per il mais, Francia per il frumento.
Invece le importazioni di farina di soia sono più stabili, con
la prevalenza del Sud America.
John Williams – Parco Tecnologico
Padano
La sfida della ricerca genomica è quella di riuscire a coniugare
la crescente richiesta produttiva alla sostenibilità ambientale,
senza perdere di vista la qualità delle materie prime coltivate.
Grazie allo studio del DNA siamo in grado di mappare e identificare i
caratteri che distinguono specie, razza, ecc. Tutte queste informazioni
sono di estrema importanza anche nella tutela del consumatore, perché
forniscono informazioni certe sulla qualità degli alimenti e ne
certificano la provenienza. In termini generali, grazie alla mappatura
DNA siamo in grado di garantire: salubrità, attraverso l’identificazione
di eventuali agenti patogeni o allergenici; tracciabilità, identificando
le specie e gli eventuali organismi geneticamente modificati; originalità,
distinguendo le DOP dalle non DOP e identificando le eventuali frodi alimentari.
Confagricoltura Lombardia
Tel. 02/58302122
www.confagricolturalombardia.itUfficio Stampa
Mistral Comunicazione & Relazioni Pubbliche
Diana Ferla
diana.ferla@mistralpubblicita.it
Tel 0039 0303759770 Cell. 366 6860128
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