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AZIENDE
E PRODOTTI
"Autentico Balsamico": presentati al Mipaaf i risultati della
prima fase del progetto di tracciabilità delle materie prime
Al convegno“Autentico Balsamico: moderna ricerca per
un prodotto antico”, sono intervenuti i presidenti dei tre
consorzi dell’aceto balsamico e i rappresentanti degli enti di ricerca
che hanno preso parte al progetto
“La costruzione e la difesa dei nostri
marchi passa attraverso una robusta conoscenza scientifica e tecnologica:
più differenziamo le analisi e rafforziamo la capacità di
discernere da dove viene un prodotto, più diamo forza al brand”.
Con queste parole Stefano Vaccari della Direzione Generale per la promozione
della qualità agroalimentare del Mipaaf ha preso la parola a conclusione
del convegno "“Autentico Balsamico: moderna ricerca per un
prodotto antico”, organizzato ieri pomeriggio dal Consorzio Aceto
Balsamico di Modena di concerto con il Consorzio Tutela Aceto Balsamico
Tradizionale di Modena e il Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale
di Reggio Emilia nella Sala Cavour del Ministero delle Politiche Agricole
Alimentari e Forestali a Roma. "Il Ministero - ha continuato Vaccari
- sta già finanziando questo tipo di progetto per altri settori
perché dobbiamo arrivare ad avere la padronanza del controllo tecnologico.
Se siamo in grado di consolidare l'identità tecnologica del prodotto,
dobbiamo anche essere in grado di dire ai produttori che cosa ci va in
etichetta. Tra le priorità del Ministero infatti, anche la messa
a punto di linee guida per l'etichettatura, da cui dovranno emergere positivamente
gli sforzi dei singoli consorzi e dei produttori, a scapito di quanti
invece inseriscono termini in etichetta non conformi alla normativa".
L’importanza del lavoro di squadra tra Consorzi e Ministero per
migliorare la qualità delle produzioni e rendere più
efficace la tutela dei prodotti di eccellenza, era stato sottolineato
anche in apertura del Convegno: “Con questo progetto – aveva
commentato il Presidente Mariangela Grosoli - il Consorzio Aceto
Balsamico di Modena ha voluto porre nuove basi per una maggiore tracciabilità
delle materie prime, aspetto che sta assumendo sempre più rilevanza
sul mercato. Oggi abbiamo presentato i risultati della prima fase di studio
col quale è iniziata la formazione di un data base di riferimento
specifico per gli aceti. Ciò è stato possibile grazie anche
al generoso sostegno del MiPAAF, che negli ultimi anni ha svolto la sua
attività di tutela dei prodotti tipici andando oltre la mera registrazione
delle denominazioni e sostenendo le azioni di miglioramento della loro
qualità, a tutela del consumatore e degli stessi operatori della
filiera”.
Sulla necessità di interventi normativi mirati da parte delle istituzioni
nella prevenzione e lotta agli illeciti come le contraffazioni e le imitazioni
è intervenuto anche il Presidente della Fondazione Qualivita Cesare
Mazzetti, il quale ha sottolineato come "l'aceto balsamico costituisca
meno del 5% del volume di affari dell'intero comparto agroalimentare ma
sia quello che attira la maggiore attenzione perché maggiormente
soggetto a contraffazioni e a scandalismi improntati sull'Italian Sounding
e imitazioni. Il Ministero si è sempre dimostrato al fianco degli
operatori e si spende quanto possibile per sostenerli. Il comportamento
scorretto nell'agroalimentare va perseguito e una prima soluzione potrebbe
risiedere proprio nell'applicazione di tecniche di analisi isotopiche
per garantire al consumatore la massima trasparenza. Il sistema delle
sanzioni e dei controlli per prevenire pratiche scorrette deve essere
discusso in primis all'interno dei consorzi perché possano essere
condivise realmente da tutti gli operatori, ma è nelle istituzioni
che si deve agire, anche con interventi normativi, per prevenire questo
tipo di illeciti".
Etichettatura dunque, ma anche trasparenza e garanzia di autenticità
i concetti più importanti emersi dal convegno di ieri pomeriggio.
Francesco Pavanello, Direttore dell'Unione Italiana Vini, ha affermato
che "l'utilizzo di tecniche di analisi isotopiche rappresenta un
efficace strumento di tutela per tutte le produzioni tipiche italiane.
Applicate al vino, l'effetto di questo tipo di analisi è stato
più che positivo: si è riusciti a fare un discrimine tra
chi lavorava regolarmente e chi invece sofisticava e con le dovute specifiche
ritengo che potrà in futuro essere applicabile anche all'Aceto
Balsamico. Il risultato che abbiamo raggiunto conferma che l'analisi isotopica
è stata accettata ovunque come tipologia di analisi efficace e
robusta. La produzione di alta qualità come è anche l'aceto
balsamico va tutelata e per questo è necessario creare un protocollo
di controllo dell’autenticità dei prodotti: in questo possono
svolgere un ruolo fondamentale, più che le singole imprese, i Consorzi
di Tutela attraverso la loro attività di vigilanza".
Oltre 90 milioni di litri prodotti, di cui 73 milioni di litri imbottigliati,
per un fatturato di 433 milioni di euro: sono i numeri che appaiono sulla
carta d’identità del prodotto Aceto Balsamico, unitamente
a quelli relativi al tessuto economico nel quale la sua produzione si
inserisce, ovvero 79 acetaie, 242 operatori e 550 addetti per questo settore
che esporta all’estero il 92% dei volumi.
Numeri importanti, che confermano quanto il settore sia vivo e quanto
sia importante lavorare alla messa a punto di politiche di tutela e di
salvaguardia del prodotto, esigenza sentita sia dagli operatori che dai
consumatori, sempre più attenti alla qualità dei prodotti
alimentari
Ufficio Stampa Consorzio Aceto Balsamico di Modena
Marte Comunicazione snc di Marzia Morganti Tempestini & C.
Tel 335 6130800
Email marzia.morganti@gmail.com
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