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AZIENDE
E PRODOTTI
Meno riso in Lombardia
Sempre meno riso nei campi agricoli lombardi: secondo uno studio
condotto da Coldiretti Lombardia, quest'anno ci sarà un calo del
7 per cento delle superfici coltivate a risaie (pari a oltre 7 mila ettari),
con un crollo di quattrocentomila quintali di riso in meno nel prossimo
raccolto. Un trend che avrà ripercussioni anche sul mondo agricolo
lodigiano, che assieme a Milano e Pavia è una delle province che
producono più riso a livello regionale. I coltivatori di riso lamentano
prezzi di vendita troppo bassi, determinati, dicono, da un'industria di
trasformazione che paga poco e con tempi molto lunghi, oppure non compra
per niente, preferendo al riso italiano prodotti di altri mercati. Più
del 90 per cento del riso italiano viene coltivato fra Pavia, Milano,
Lodi e nelle aree di Novara e Vercelli, in Piemonte. Soltanto a Pavia,
nel 2011, c'erano 87.625 ettari di risaie, che quest'anno rischiano di
essere solo 81 mila, con una perdita di 370 mila quintali di raccolto,
fra cui varietà di pregio come il carnaroli, il vialone e l'arborio.
Per rafforzare il settore e valorizzare meglio il prodotto, la Coldiretti
ha creato la "Fir" (Filiera Italiana Riso), una società
che opera a livello nazionale con l'obiettivo di pianificare le produzioni,
«evitando brusche oscillazioni dei prezzi che danneggiano sia gli
agricoltori che i consumatori». Intanto, i risicoltori sono preoccupati
sulleffetto che la nuova Pac avrà nella filiera del riso. Se ne
è discusso a Milano, agli stati generali del riso convocati dall'assessore
regionale Giulio De Capitani, assieme a Daniele Bosone, presidente della
provincia di Pavia. Al Pirellone sono arrivati i vertici del riso nazionale,
fra cui Mario Preve (Riso Gallo di Robbio) e Mario Francese (Curti Riso
di Valle Lomellina) per l'associazione industrie risiere italiane (Airi),
e Paolo Carrà, presidente dell'Ente nazionale risi. Presenti anche
i presidenti provinciali di Coldiretti, Giuseppe Ghezzi, di Confagricoltura,
Walter Cibrario, e di Cia, Giovanni Daghetta, e i rappresentanti dei sementieri.
Al centro dei timori della filiera risicola lombarda, la prima in Europa
grazie agli 87mila ettari di risaie lomelline e pavesi, c'era la riforma
della Pac, che entrerà in vigore il 1 gennaio 2014 e che contempla
la scomparsa, dall'anno in corso, dell'aiuto accoppiato, che è
legato direttamente al cereale coltivato e che oggi Bruxelles eroga nella
misura di 453 euro l'ettaro. Il rischio è che l'Italia risicola,
cioè il triangolo Pavia-Vercelli-Novara, perda grosse fette di
mercato. In provincia di Pavia le aziende risicole sono scese dalle 2.500
del 1989 alle 1.600 del 2009. (www.risoitaliano.org)
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