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Salvataggio del Parlamento UE, la pizza napoletana
rimane STG
Tramite una procedura velocizzata, si potrà trovare un nome
unico entro il 2017
Successo per l'agroalimentare campano.
La Pizza Napoletana conserva il marchio STG (Specialità Tradizionale
Garantita), a patto di cambiare nome. Questa la decisione del Parlamento
Europeo, autore di una procedura semplificata ad hoc per risolvere una
situazione sgradita.
Eppure, l'inizio era stato positivo. Il 9 dicembre 2011 la Commissione
Europea aveva concesso il marchio STG alla pizza della città di
Partenope. Tanti festeggiamenti, che fanno passare sotto traccia il ventre
molle del provvedimento: il marchio UE copre solo la ricetta ma non il
nome, poiché "pizza" è troppo generico. Usando
termini tecnici, si è in presenza di "Registrazione senza
riserva di nome": d'altronde il nome pizza è uguale (e non
tradotto) nei cinque continenti ed in tutte le lingue del mondo.
Il problema esplode due anni dopo, il 10 dicembre 2011.
In quella data arriva il pacchetto qualità, prodotto dalla Commissione
UE per gestire tramite Regolamento di Parlamento e Consiglio dell'Unione
Europea il sistema delle Denominazioni di origine, STG Compresa. All'interno
del pacchetto, spicca una proposta rigida: le preparazioni alimentari
registrate presso l'Unione Europea prima dell'entrata in vigore del nuovo
regolamento - ma senza riserva del nome - sarebbero decadute del tutto
dalla registrazione. Unica possibilità di mantenimento, registrare
la pizza napoletana con un nome idoneo entro il 2017.
Impresa praticamente impossibile: l'iter per il conferimento era durato
10 anni, necessari per comporre i dissapori su nome, ricetta, preparazione.
Pensare di ripetere la stessa strada in meno tempo sarebbe stato quantomeno
molto improbabile.
Per fortuna, ecco il salvagente lanciato da Commissione Consiglio UE:
una procedura più rapida, che può essere conclusa entro
il 2017 lasciando alla pizza la STG.
Rimane un dubbio: quale nome scegliere, in modo da abbinare un termine
unico al STG. Al momento, le organizzazioni dei pizzaioli sono al lavoro.
(Matteo Clerici - www.newsfood.com)
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