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AZIENDE
E PRODOTTI
E' l'anno del pesce dimenticato
la ricerca del low cost riscatta i consumi ittici con il
pesce dimenticato, che fa il suo ingresso anche nei menu' dei ristoranti
Vede il bicchiere mezzo pieno Lega Pesca quanto a consumi ittici
sulle tavole estive in questi tempi di crisi. Per leggerezza e digeribilità,
l'estate è la stagione per eccellenza di pesci, molluschi e crostacei,
e le rilevazioni sui mercati anche quest'anno non tradiscono, secondo
le stime del Centro Studi, le attese di uno scatto in avanti degli acquisti,
dopo il calo del 2,4%registrato su base annua, a fronte di un aumento
del 2% dei prezzi medi. Nelle abitudini del consumo estivo, il pesce si
conferma una tradizione ben consolidata e a prova di crisi.
Il bicchiere è mezzo pieno anche perché, sottolinea il Centro
Studi, alla volata estiva dei consumi ittici, si accompagnano per la prima
volta segnali importanti di una attesa e positiva diversificazione nelle
scelte d'acquisto, in un mercato globalizzato sempre più dominato
dalla concorrenza impari delle holding armatoriali giapponesi, statunitensi
e scandinave, le cui insidie penalizzano non solo i produttori, ma anche
i consumatori. Mai come quest'anno fanno il loro primo ingresso nella
busta della spesa, lanzardi, melù, palamite, mostelle, saraghi,
boghe o sciabole, in sostanza la grande varietà di specie che i
mercati alla produzione locali offrono ai prezzi più bassi (se
non stracciati considerando che il prezzo medio al chilo va dai 3 ai max
6 euro). Specie finora snobbate, ma che le ragioni del portafoglio costringono
a rivalutare, salvo scoprire che tutto sommato si tratta di un vero affare!
E non solo per i consumatori, visto che a guadagnarci, evidenzia Lega
Pesca, è anche l'ambiente, se i pescatori possono valorizzare
specie presenti nei nostri mari finora considerate di scarto, e diminuire
così il prelievo sulle specie più sfruttate ed in sofferenza.
Quelli che si dicono i risvolti positivi della crisi, dichiara Ettore
Ianì, presidente dell'Associazione, soprattutto se ciò potrà
contribuire a vedere finalmente intaccata la monolitica classifica delle
10 specie ittiche più consumate in Italia. Una top ten ancora invariabilmente
ancorata, per il fresco, al predominio dei mitili, seguiti da orate, alici,
spigole, vongole, polpi, trote salmonate, salmone, nasello e calamari.
Mentre è tempo di relegare la maggiore propensione del sesso "debole"
per aragoste e ostriche alla più maliziosa letteratura, il Centro
Studi di Lega Pesca conferma per i prodotti ittici la prevalenza di una
curiosità e di un consumo prevalentemente maschile e in età
matura. Certo è che la caccia al tesoro nostrano delle specie dimenticate
sfida la pigrizia del consumatore medio, impegnando ancora solo il 36%
degli acquirenti ad una ricerca che segua i canali commerciali del prodotto
fresco. Oltre alla vendita a miglio zero sulle banchine delle principali
marinerie, la mappa seguita da questi consumatori più accorti indica
i luoghi dei principali mercati alla produzione, situati in prossimità
della costa (Aci Trezza, Ancona, Cesenatico, Civitanova Marche, Civitavecchia,
Corigliano Calabro, Goro, Livorno, Manfredonia, San Benedetto del Tronto,
Viareggio) o misti (Catania, Chioggia, Molfetta, Trieste), rendendo più
ardua la ricerca sulle grandi piazze dei mercati di redistribuzione al
consumo (Venezia, Milano, Roma, Torino), dove il pescato locale fa molta
fatica ad arrivare.
Che quest'estate si assista, per la prima volta, ad una timida, seppure
attesissima, variazione nelle abitudini di consumo lo testimonia il fatto
che anche la ristorazione ha intercettato la tendenza a valorizzare le
specie locali meno conosciute, aprendo per la prima volta i menù
a razze, potassoli, muggini e sugherelli. Chi ha la fortuna di trovarsi
in Toscana, dove la Lega Pesca è impegnata in un importante progetto
regionale di valorizzazione del Pesce Dimenticato, promosso da Unioncamere
con il coinvolgimento di Vetrina Toscana, potrà contare su una
rete di 20 ristoranti, riforniti direttamente dalle cooperative di pesca,
per scoprire che tutte queste specie non hanno nulla da invidiare alle
solite spigole e orate. Nel ricettario di base dei menù del pesce
dimenticato figurano autentiche prelibatezze di facile preparazione, come
tartar di muggine e melone; mille foglie di sciabola e melanzana, in salsa
di pomodoro al basilico; panzanella con palamita marinata; ali di
razza all'isolana.
E' una strategica alleanza anti-crisi quella tra pescatori e ristoratori,
spiega Ettore Ianì, perché inserisce a pieno titolo le produzioni
locali nel sistema dell'agroalimentare di qualità "made in
Italy", rende visibile e produttivo a prezzi competitivi il nesso
tra territorio e produzioni culinarie, valorizzando il contributo della
cultura alimentare legata al pesce nei circuiti del turismo gastronomico.
Un legame con il territorio, che emerge nella tendenza ad esaltare sempre
più l'incontro tra prodotti della terra e del mare, rivalutando
le ricette delle cucine popolari, dove le vongole incontrano il sapore
dei funghi, il tonno e le acciughe quello dei fiori di zucca, i gamberi
e le seppie quello dei peperoni, delle melanzane e degli altri frutti
di stagione dell'orto.
(www.legapesca.coop)
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