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AZIENDE
E PRODOTTI
Pesca ed acquacoltura: far sì che contribuiscano meglio
alla sicurezza alimentare di milioni di persone
La Fao pubblica il rapporto "Lo
stato della pesca e dell’acquacoltura nel mondo". Il settore
- si legge nel rapporto "Lo stato della Pesca e dell'Acquacoltura
nel mondo 2012" - ha prodotto la cifra record di 128 milioni di tonnellate
di pesce per il consumo umano - una media di 18,4 kg pro-capite - fornendo
a più di 4,3 miliardi di persone circa il 15 per cento dell'apporto
proteico di origine animale. Pesca e acquacoltura, inoltre, rappresentano
una fonte di reddito per 55 milioni di persone.
Pesca e acquacoltura sostenibili hanno un ruolo vitale per milioni di
persone, nel garantire loro sicurezza alimentare e nutrizionale, e fornire
mezzi di sussistenza. Il rapporto della Fao (Organizzazione delle Nazioni
Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) sullo stato della pesca e dell'acquacoltura
nel mondo, lanciato il 9 luglio all'apertura dei lavori della 30ma sessione
della Commissione Pesca della Fao evidenzia il contributo fondamentale
di questo settore, un punto sottolineato anche nel documento finale della
recente Conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile Rio+20.
Il settore - si legge nel rapporto "Lo stato della Pesca e dell'Acquacoltura
nel mondo 2012" - ha prodotto la cifra record di 128 milioni di tonnellate
di pesce per il consumo umano - una media di 18,4 kg pro-capite - fornendo
a più di 4,3 miliardi di persone circa il 15 per cento dell'apporto
proteico di origine animale. Pesca e acquacoltura, inoltre, rappresentano
una fonte di reddito per 55 milioni di persone.
"La pesca e l'acquacultura giocano un ruolo vitale nell'economia
agricola globale e nazionale" sottolinea Graziano Da Silva, Direttore
Generale della FAO. "I mezzi di sussistenza del 12 per cento della
popolazione mondiale - aggiunge - dipendono direttamente o indirettamente
da esse. Pesca e acquacoltura danno un contributo di assoluta importanza
alla sicurezza alimentare e alla nutrizione: esse rappresentano la fonte
principale di proteine animali per il 17 per cento della popolazione mondiale,
e quasi il 25 per cento nel caso di paesi a basso reddito e in deficit
alimentare".
"Pesca e acquacoltura stanno dando un contributo decisivo alla sicurezza
alimentare e alla crescita economica a livello mondiale", dice Árni
M. Mathiesen, Responsabile del Dipartimento pesca e acquacoltura della
Fao. " Il settore tuttavia deve fare i conti con non pochi problemi,
quali una cattiva governance, regimi di gestione della pesca deboli, conflitti
sull'uso delle risorse naturali, e l'impiego persistente di cattive pratiche
di pesca e di acquacoltura. Il settore, inoltre, è ulteriormente
indebolito dall'incapacità di incorporare le priorità e
i diritti delle comunità di pescatori su piccola scala, dalle discriminazioni
contro le donne e dal persistere dell'impiego di forza lavoro minorile".
Fortificare la governance
La Fao sollecita i governi a impegnarsi affinché a livello mondiale
si faccia un uso sostenibile della pesca. Il rapporto fa notare che molti
stock marini monitorati dalla Fao rimangono sotto enorme pressone. Stando
alle ultime statistiche disponibili, circa il 30 per cento degli stock
ittici di mare aperto sono, infatti, sfruttati in eccesso - un leggero
calo rispetto agli ultimi due anni - circa il 57 per cento sono pienamente
sfruttati (che vuol dire al massimo livello (molto vicino) di una loro
produzione sostenibile), e solo il 13 per cento non è pienamente
sfruttato.
"Lo sfruttamento in eccesso non ha solo conseguenze ecologiche negative,
ma anche riduce la produzione ittica, che a sua volta causa conseguenza
negative a livello economico e sociale" denuncia il rapporto. "
Per aumentare il contributo che la pesca in mare aperto può dare
alle economie e alla sicurezza alimentare delle comunità costiere,
occorre avviare programmi efficaci di ricostituzione degli stock sfruttati
in eccesso".
La produzione ittica globale
Nel 2010 la pesca di cattura e quella d'allevamento nell'insieme hanno
fornito circa 148 milioni di tonnellate di pesce, per un valore stimato
che si aggira intorno ai 217,5 miliardi di dollari.
La produzione ittica da allevamento continua a crescere più velocemente
della popolazione, ed è uno dei settori di produzione di cibo animale
in più rapida espansione, tendenza che è destinata a continuare.
Pesce e prodotti ittici sono a livello mondiale tra le commodity alimentari
più commerciate. Dopo un calo registrato nel 2009, il commercio
mondiale di pesce e prodotti ittici ha ripreso il suo trend al rialzo,
stimolato da una domanda sostenuta, dalle politiche di liberalizzazione
del commercio, dalla globalizzazione dei sistemi alimentari e dalle innovazioni
tecnologiche. Il commercio mondiale ha raggiunto nel 2010 la cifra record
di 109 miliardi di dollari e le prime stime per il 2011 indicano un possibile
nuovo record stimato intorno ai 125 miliardi di dollari.
Potenziare il settore
Il rapporto fa notare che è assai probabile che nei processi decenni
si assisterà a grossi cambiamenti a livello di economie, mercati,
risorse e condotta sociale, mentre l'impatto del cambiamento climatico
farà aumentare l'incertezza di molti settori alimentari, tra cui
la pesca. A questo riguardo sottolinea l'importanza del Codice di pesca
responsabile della Fao e i relativi piani d'intervento e di linee guide
tecniche, per riuscire a raggiungere l'obiettivo di un sistema globale
di produzione alimentare sostenibile.
La pesca su piccola scala a livello mondiale dà occupazione a oltre
il 90 per cento dei pescatori di cattura ed è decisiva per la sicurezza
alimentare e nutrizionale, e per l'alleviamento e la prevenzione della
povertà. La Commissione Pesca della Fao ha raccomandato di sviluppare
a livello internazionale linee guida volontarie per contribuire allo sviluppo
di politiche che rafforzino la pesca su piccola scala e creino benefici.
Il ruolo delle donne
Sebbene le donne rappresentino almeno il 50 per cento della forza lavoro
della pesca in acque interne, e in Asia e in Africa Occidentale arrivino
a commerciare sino al 60 per cento dei prodotti ittici, il loro ruolo
è spesso sottovalutato e trascurato. In questo caso ancora una
volta, come riaffermato al Rio+20, il rapporto mostra che l'integrazione
di genere, oltre a lavorare per l'obiettivo di sviluppo del millennio
di raggiungere l'eguaglianza di genere e dare maggiori strumenti alle
donne, è una componente essenziale per alleviare la povertà,
raggiungere la sicurezza alimentare e consentire lo sviluppo sostenibile
delle risorse ittiche.
Il rapporto esamina inoltre come riuscire a incrementare la preparazione
e la capacità di risposta delle comunità di pescatori ai
disastri verso cui sono particolarmente vulnerabili.
"Per far sì che il settore pesca e acquacoltura cresca in
modo responsabile e sostenibile è necessario il pieno coinvolgimento
della società civile e del settore privato", dice Mathiesen,
che aggiunge: "Industria e business possono ad aiutare a sviluppare
tecnologie e offrire soluzioni, fornire investimenti e dare origine a
trasformazioni positive. La società civile e le organizzazioni
non-governative, locali e internazionali, possono invece far sì
che i governi rispondano degli impegni presi e che siano ascoltate le
voci di tute le parti interessate".
Il rapporto evidenzia che le principali minacce che mettono a repentaglio
il potenziale del settore pesca sono la gestione inefficace e la cattiva
conservazione degli habitat. Ritiene dunque necessaria una transizione
verso un approccio basato sulle comunità. Come rilevato alla Conferenza
Rio+20, tale cambiamento potrebbe spronare la comunità internazionale
a rispondere alle esigenze del presente senza perdere di vista i benefici
per le generazioni future. (www.aiol.it)
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