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AZIENDE
E PRODOTTI
Anche col grano biologico pasta “tiene” la cottura
Il Senatore Cappelli “guida” le trenta varietà
che danno un futuro alle produzioni bio di frumento duro
BOLOGNA - Recuperate antiche varietà autoctone italiane (in totale
una trentina) diffuse principalmente in Puglia e nel Mezzogiorno, come
il Senatore Cappelli, il Duro di Puglia, Grifoni, Dauno, Garigliano; tutte
varietà qualitativamente idonee per l’agricoltura biologica.
Alcune di queste verranno iscritte nel Registro nazionale come varietà
da conservazione e saranno utilizzate nelle filiere dedicate alla produzione
di frumento duro biologico e prodotti trasformati. E’ in sintesi
quanto è emerso oggi al SANA di Bologna, alla presentazione dei
primi risultati del progetto di ricerca e sperimentazione GranoBio del
Consorzio Daunia&Bio e dal Centro di Ricerca per la Cerealicoltura
di Foggia (CER) del CRA, dal titolo “Sviluppo di un modello per
l’innovazione e la sostenibilità della filiera del frumento
duro biologico della Capitanata”.
Il progetto – che prosegue - è coordinato dal CRA-CER e realizzato
in collaborazione con l’Associazione Temporanea d’Impresa
denominata GRANOBIO ed il Consorzio DAUNIA & BIO nell’ambito
dei finanziamenti del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (OIGA
DM 18829/7818 ed approvato con D.M. 1871 del 26/01/2011). Fra gli obiettivi
su cui ha lavorato il progetto GranoBio – come ha spiegato Pasquale
De Vita, ricercatore del CRA-CER - l’ottimizzazione della gestione
agronomica ed il recupero, la valorizzazione e lo sviluppo delle varietà
di frumento duro, in grado di garantire una produzione qualitativamente
superiore, con la definizione di un disciplinare di produzione in grado
di rendere la coltivazione economicamente sostenibile per le aziende cerealicole
biologiche. Inoltre è stata messa a punto una metodologia riproducibile,
così che il progetto GranoBio possa diventare un modello per la
diffusine delle tecniche e lo sviluppo di una filiera dedicata alla produzione
di frumento duro biologico di alta qualità.
« Oltre al recupero delle antiche varietà locali –
ha detto De Vita - abbiamo sviluppato un nuovo modello di pianta adatto
ai sistemi agricoli di tipo biologico e caratterizzato da una maggiore
abilità competitiva nei confronti delle infestanti e da una maggiore
efficienza nell’uso delle risorse idriche e nutritive. I materiali
sono in fase di collaudo nelle aziende della provincia di Foggia che hanno
aderito al progetto». Importanti risultati sono stati ottenuti per
quanto riguarda le tecniche colturali: «Il progetto ha permesso
di mettere a punto – ha aggiunto - un prototipo di seminatrice in
grado di garantire una semina uniforme (a spaglio) del frumento ed assicurare
una migliore copertura del terreno. Permetterà alla pianta di vincere
la competizione con le infestanti e di utilizzare al meglio le risorse
a disposizione. I risultati dal punto di vista produttivo e qualitativo
sono molto incoraggianti>>.
La cultivar Senatore Cappelli, ad esempio in condizioni di semina uniforme
ha permesso di ottenere una produzione del 50% superiore alla semina tradizionale
(a righe) ed un contenuto proteico superiore del 10-15%. «Strategie
genetiche e strategie agronomiche – ha concluso De Vita del CRA-CER
- ci permettono di avere un prodotto di alta qualità con tenori
proteici (superiori a 13%) in grado di assicurare una buona tenuta della
cottura della pasta e garantire standard qualitativi elevati, tipici della
pasta made in Italy». (www.ansa.it)
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