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AZIENDE
E PRODOTTI
SIAB e SWG: pane alimento di piacere, nonostante la crisi qualità,
innovazione e diversificazione per la ripresa
Verso la 10ª edizione di Siab (25-29 maggio 2013), i
primi risultati della ricerca sul settore. Il pane resta un alimento principe
sulle tavole degli italiani e la quantità media acquistata registra
un lieve aumento rispetto al 2010. Merito anche della varietà dell’offerta
che solo i laboratori tradizionali riescono ad assicurare.
Verona, 22 novembre 2012. Un valore come
l’oro. Un piacere quotidiano, più che una necessità
alimentare, almeno per un terzo degli italiani. Il pane resta un alimento
principe sulle tavole degli italiani. Non importa se si consuma al desco
è quello di casa, alla scrivania dell’ufficio o negli spazi
«host» del panificio stesso. Siamo di fronte ad un prodotto
anti-crisi, perché – dicono i consumatori - nulla è
più gustoso, vario e prelibato del pane artigianale, vincente sul
piano della qualità, della varietà e della tradizione.
Questi sono alcuni degli orientamenti che emergono da una ricerca Swg,
commissionata da Veronafiere per Siab, il salone dedicato alle tecnologie
e ai prodotti legati a pane, pasta, pizza, pasticceria, in programma a
Verona dal 25 al 29 maggio 2013.
Lo studio ha coinvolto consumatori, panificatori e imprese della filiera
(dai produttori di materie prime ai costruttori di attrezzature, tecnologie,
materiali e accessori specifici per l’arte bianca), con la finalità
di comprendere le dinamiche di evoluzione del mercato della panificazione
e degli spazi di possibile ri-posizionamento, delle priorità e
aspettative di settore, delle strategie più utili a consolidare
gli spazi di mercato.
«La ricerca risponde pienamente alla filosofia di Veronafiere: studiare
i fenomeni e le tendenze, in modo da rispondere alle esigenze degli espositori
e anticipare le necessità del mercato – ha osservato Diego
Valsecchi, direttore commerciale di Veronafiere -. Questo è uno
dei punti di forza dell’ente fieristico, che detiene il 45 per cento
dell’offerta fieristica del settore agroalimentare. In tale direzione
vanno letti pertanto l’accordo con i panificatori russi siglato
quest’anno, le iniziative a marchio Siab in Sud America su altri
mercati potenziali».
Il pane mantiene il suo forte appeal e regge alcuni cambiamenti delle
abitudini degli italiani, come ad esempio l’aumento dei pasti fuori
casa. E i consumi medi settimanali sono passati da 496 a 500 grammi.
Puntare su artigianalità, qualità, specializzazione. La
strada ai panificatori la indicano i consumatori intervistati (un campione
di 800 maggiorenni residenti in Italia). «Specializzarsi e soprattutto
differenziarsi da altre tipologie industriali è obbligatorio»,
ha specificato Fabiana Vidoz, direttore di Swg. Nello specifico, il 63
per cento dei consumatori valuta molto utile l’introduzione della
denominazione «pane fresco» per il pane prodotto in giornata
e non sottoposto a trattamenti di conservazione; più della metà
degli intervistati (52 per cento) vede negativamente l’aggiunta
di additivi e di miglioratori nella preparazione di prodotti da forno
dolci e salati.
Maggiore attenzione per il consumatore: il panificio guadagna terreno.
Lo scenario in cui disegnare la ristrutturazione del settore passa attraverso
un aumento del consumo alimentare fuori casa nel corso della settimana,
elemento che accomuna il 63 per cento degli intervistati. Solo nel 2007
erano il 46 per cento.
Si consuma di più, rispetto a cinque anni fa, in pizzeria (passata
dal 18 al 21 per cento) e al bar, passato dal 9 al 13 per cento, mentre
il ristorante e la trattoria sono sostanzialmente stabili al 21 per cento.
Sale anche lo «share» del panificio. Il 7 per cento degli
italiani lo sceglie abitualmente (mangiano in panificio più o meno
spesso) per un pasto rapido ed è una tappa frequente per un rimanente
12 per cento (che sceglie il panificio saltuariamente). I motivi? Un connubio
vincente fra qualità e minore spesa, con un risparmio medio a pasto
di 2,92 euro.
A dare la spinta è la percezione di quello che si acquista. Siano
essi prodotti da forno dolci salati, il panificio artigianale offre prodotti
più buoni (40 per cento sui prodotti dolci, 54 per cento sui salati),
più freschi (39 per cento se dolci, 44 per cento se salati) e più
genuini (29 per cento se dolci, 26 per cento se salati).
«Il panificatore ha la necessità di comprendere a fondo ciò
che sta avvenendo e deve trovare il modo di tradurlo in fatti e scelte
concrete aziendali - ha commentato Francesco La Sorsa, presidente della
Federazione italiana panificatori – e Siab è la risposta
ai bisogni della categoria e del settore dell’arte bianca».
Ufficio Stampa SIAB
Anna Garbagna - Antonella Mantovani
Ne.www. s
tel. 02.48028535
E-mail: welcome@newwws.it
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