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Olio: coldiretti, tarocco in cina danneggia vero made in italy
Le perplessità sollevate in Cina sulla reale origine delle olive
utilizzate per produrre l’olio italiano esportato nel gigante asiatico
danneggia il vero Made in Italy. E’ quanto afferma la Coldiretti
nel sottolineare la necessità di fare chiarezza in riferimento
alla richiesta dell'autorità cinese per la qualità all'Ambasciata
italiana a Pechino di fornire maggior informazioni sulle società
italiane che sono sospettate di vendere in Cina olio etichettato come
olio d'oliva italiano, ma che in realtà è realizzato con
oli provenienti da altri Paesi.
Bisogna evitare che - sottolinea la Coldiretti – soprattutto in
Paesi emergenti importanti come la Cina, si radichi un falso Made in Italy
identificato da marchi italiani, ma con poca o nulla materia prima nazionale,
come purtroppo sta già avvenendo. Anche grazie al progetto della
Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana, ci sono tutte le condizioni
- continua la Coldiretti - per rifornire con olio extravergine italiano
al 100 per cento l’intero mercato cinese le cui importazioni dall’Italia
sono state pari ad appena 7 milioni di chili nel 2011, in crescita del
10m per cento.
In questo senso – continua la Coldiretti - è necessaria anche
un reale svolta da parte delle autorità pubbliche italiane nel
sostenere all’estero con la promozione il vero Made in Italy, dal
campo alla tavola. Una necessità per evitare la delocalizzazione
produttiva che prima colpisce la produzione agricola e poi quella industriale,
con effetti negativi sul piano economico ed occupazionale per il Paese.
In Italia si producono in media 500mila tonnellate di olio di oliva che
per il 60 per cento è venduto come extravergine per un totale di
circa 300mila tonnellate. Di queste, quasi un terzo per un totale di 100mila
tonnellate sono destinate all’autoconsumo e alle vendite dirette
che hanno avuto un nuovo impulso grazie al progetto della Coldiretti per
una filiera agricola italiana che ha portato alla nascita di punti vendita,
botteghe e mercati degli agricoltori di campagna amica, che con la certificazione
da enti terzi garantiscono la qualità e l’origine nazionale
degli oli in vendita. L’Italia è il principale importatore
mondiale di olio di oliva per un totale di 470 mila tonnellate all’anno
che vengono spesso miscelate alla produzione nazionale e alimentano i
consumi nazionali di 700mila tonnellate e le esportazioni di circa 250mila
tonnellate all’anno. La produzione nazionale si concentra in Puglia
(35 per cento), Calabria (33 per cento), Sicilia (8 per cento), Campania
(6 per cento), Abruzzo (4 per cento), Lazio (4 per cento), Toscana (3
per cento) e Umbria (2 per cento). Sono 42 – conclude la Coldiretti
- gli oli italiani a denominazione di origine riconosciuti dall’Unione
Europea.
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