IN PRIMO
PIANO Quasi centomila ettari di terreno compresi tra Modena, Bologna, Ferrara e Mantova sono senza acqua a causa dei danni provocati dalle scosse di terremoto agli impianti idraulici che garantiscono la sicurezza del territorio. E’ quanto afferma la Coldiretti, sulla base delle analisi dell’Anbi, dalle quali si evidenzia che servono interventi per decine di milioni di euro nell’immediato per garantire l’irrigazione ed evitare che l’arrivo di forti piogge possa provocare alluvioni nelle campagne, ma anche nelle principali città emiliane. Il fenomeno della liquefazione delle sabbie che emergono dal terreno rubando spazio alla terra coltivata e provocano numerose crepe a case e magazzini, è - sottolinea la Coldiretti - solo l’effetto più evidente del dissesto idrogeologico provocato dal sisma che ha spaccato terreni nelle aree urbane ed agricole e messo in pericolo la stabilità del territorio. Il terremoto - continua la Coldiretti - ha provocato danni agli impianti idraulici e frane in alcuni alvei che pregiudicano il regolare deflusso delle acque. Una prima conseguenza è stata la sospensione del servizio di irrigazione che è necessario far ripartire per preservare, nell'emergenza, una delle agricolture più floride della Pianura Padana: ortofrutta, viticoltura, riso, parmigiano reggiano in particolare i settori a rischio. L'80 per cento della produzione di pere made in Italy si concentra proprio nell' area compresa tra la provincia di Modena, di Ferrara e una parte di Bologna e la loro raccolta e ora a rischio. Sono inagibili l'impianto irriguo modenese di Concordia (a servizio di 2.500 ettari a frutteto) e quello di Sabbioncello nel comune mantovano di Quingentole (a servizio di 18mila ettari vocati all'ortofrutta. A forte rischio di chiusura, per inagibilità, anche l'impianto Ubertosa, nel comune di Poggio Rusco (irriga 10mila ettari tra seminativi, frutteti e coltivazioni ortofrutticole) mentre e già sospesa l'irrigazione su un'area di 26mila ettari nel modenese (da Novi di Modena a Carpi e Campogalliano) dove, oltre alla frutticoltura ed alla produzione di Parmigiano Reggiano, sono presenti alcune risaie, secondo l’Anbi. Nell'impianto idrovoro di Mondine - sottolinea la Coldiretti - è crollata la torre dove si trova l'impianto elettrico, il cuore che dà energia alle possenti idrovore che assicurano la sicurezza idraulica di un territorio di 50mila ettari che va dall'Enza al Secchia a Nord della via Emilia comprendendo i centri abitati di Correggio, Poviglio e Carpi e che ora è a rischio di alluvione anche per il crollo dei manufatti di alcune chiaviche di fondamentale importanza per la regolazione dei canali. Grave è anche la situazione nella maggior parte dei 162 mila ettari di pianura del comprensorio del Consorzio della Bonifica Burana tra Modena, Bologna, Ferrara e Mantova . Una rete estesa per 2500 chilometri di canali, 52 impianti idrovori e 2000 manufatti, la maggior parte gravemente lesionata dal sisma. Risultano danneggiati in particolare - riferisce la Coldiretti - impianti idrovori, impianti irrigui, magazzini di servizio, abitazioni di servizio, arginature dei canali principali con il rischio crolli lungo centinaia di metri sulle arginature. Danni analoghi e rilevanti si registrano anche in provincia di Mantova, per gli impianti del consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga. Danni diffusi – conclude la Coldiretti - alle opere idrauliche, pur non tali da impedirne la funzionalità, sono segnalati anche nei comprensori del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale e del Consorzio Canale Emiliano Romagnolo. (www.coldiretti.it)
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