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AZIENDE
E PRODOTTI
Merendine, dagli anni '50 ad oggi ecco come è cambiata la pausa
più dolce
Per gli italiani restano un must
e non solo per la prima colazione. In principio fu il 'Mottino' poi arrivò
la mitica 'Girella'. Oggi hanno porzioni più piccole, meno calorie
e grassi saturi e un'etichetta sempre più trasparente. Un business
che in Italia vale 980 milioni di euro , come emerge dai dati contenuti
nel dossier del sito www.merendineitaliane.it
Pratica e gustosa, nutriente e leggera, semplice o farcita la merendina
accompagna la storia degli italiani da almeno tre generazioni. Erano gli
anni Cinquanta quando le prime fecero capolino nei nostri supermercati,
da allora si sono evolute e trasformate diventando un'abitudine irrinunciabile
per adulti e bambini. Le merendine sono state al centro dell'incontro
del 30 maggio al Caffè Bianchi di Milano, con Andrea Ghiselli,
medico e ricercatore INRAN e Sergio Grasso, antropologo alimentare.
Il mercato delle merendine, come emerge dai dati contenuti nel dossier
del sito www.merendineitaliane.it, oggi in Italia vale 980 milioni di
euro, per un totale di 217 mila tonnellate prodotte. Le merendine entrano
nelle dispense di 21,5 milioni di famiglie italiane, con una penetrazione
del 93% sul totale famiglie e un livello pari quasi del 100% nelle famiglie
con bambini piccoli.
La ripartizione per canali di vendita vede in testa i supermercati (50%),
seguiti da ipermercati (15%), libero servizio (15%), discount (11,5%)
e tradizional grocery (8,5%). Mentre dal punto di vista delle tipologie,
la croissanterie copre il 34% delle vendite, i tranci il 33%, i minicake
il 20%, seguiti da crostate 6%, tortine 4% e panini 3%.
L’allargamento progressivo dell’universo di riferimento di
consumo (non solo bambini, ma anche giovani adulti e un po’ tutti
i componenti della famiglia, nonni compresi) ha mantenuto i consumi a
livelli coerenti con i nuovi dettami della sana ed equilibrata alimentazione:
il procapite annuo è di circa 3,5 kg a testa, mentre i bambini
non arrivano a 3 merendine a settimana.
Ragionando sull’etimologia del termine 'merenda' (dal latino 'merere',
che significa 'meritare') si comprende che in principio la merenda bisognava
meritarsela.
La 'fenomenologia' delle merendine - caratterizzate oggi da porzioni più
piccole, meno calorie e grassi saturi e un'etichetta sempre più
trasparente - può aiutare a leggere i cambiamenti della società
e della famiglia italiana: dal baby boom alla rivoluzione che ha visto
l'ingresso nel mondo del lavoro di milioni di donne, dagli anni dell'edonismo
alla tensione attuale verso stili di vita più sani.
Alimento tipico del mercato italiano, le merendine sono prodotti dolci
da forno confezionati in singole porzioni, a base di pandispagna, pasta
frolla, o pasta brioche, e forniscono un’alternativa pratica, igienica
e gustosa alla tradizionale merenda casalinga o alla colazione fatta al
bar.
Ripercorrendo la storia delle merendine, bisogna cominciare dal Mottino:
un panettone mignon trasformato, per intuizione di uno dei padri dell’industria
alimentare italiana (Angelo Motta), lanciato sul mercato all’inizio
degli anni Cinquanta. Un prodotto che può, di diritto, fregiarsi
del titolo di capostipite di tutte le merendine.
La vera svolta, però, si ebbe nel 1953, quando il Mottino si trasformò
nel Buondì, marchio che a partire dal 2006 è di proprietà
del gruppo Bistefani. Negli anni ’60, iniziò anche la produzione
del Pandorino, formato mignon del tipico dolce natalizio veronese, la
cui marca di riferimento è Bauli.
Nel 1961 arriva sul mercato la Brioss, uno dei primi prodotti di successo
della Ferrero: soffice trancino di pandispagna, semplice negli ingredienti
e nella lavorazione proprio come un dolce casalingo, che legò il
suo successo anche alle prime raccolte punti. Stesso anno, altro grande
classico dell’azienda dolciaria di Alba, arriva la Fiesta, morbido
pandispagna con una bagna al profumo di arancia e curacao ricoperto di
cioccolato.
Negli anni ’70, arrivano altre merendine a base di pandispagna farcita,
o ricoperte con il cioccolato. Un esempio tra tutti: la 'mitica' Girella
(1973), prima vera merenda golosa dedicata ai più piccoli, entrata
nella storia del costume per l’inconfondibile forma a spirale.
Nel 1975, ecco Kinder Brioss, la merenda ideale che unisce la sofficità
del pan di spagna lievitato naturalmente al nutrimento di una ricca farcitura
di latte. Nel 1978 - anno di avvio della 'Linea merende' della Barilla
– nascono due grandi classici: il Saccottino, brioche lievitata
farcita all’’albicocca, al cioccolato o alla crema, e la Crostatina,
mini torta di pasta frolla in due versioni, alla marmellata e al cioccolato.
Gli anni ’70 sono anche quelli che legano, nell’immaginario
comune, le merendine a personaggi indimenticabili come Il Mugnaio Bianco
e Clementina, i protagonisti della prima campagna pubblicitaria TV del
Mulino Bianco, ambientata nella 'Valle Felice'.
Appena pochi anni – entrando nel decennio d’oro delle merendine
italiane - e si affermano sul mercato anche Kinder Colazione Più
(1981), fatti con 5 diversi cereali con un pizzico di cacao, i Tegolini
(1983) e i Soldini (1986), gustosi pan di spagna farciti e ricoperti al
cioccolato.
Altro successo del 1986, lo Yo-Yo, che prosegue sul filone delle merendine
golose al cioccolato ma fa il verso alla moda dei 'paninari'. E come dimenticare
Kinder Delice, che nel 1985 mette d’accordo mamme e bambini con
il suo mix di ingredienti semplici e gusto.
Sul finire del decennio le merendine entrano però nella loro “seconda
generazione”: ovvero cominciano ad adeguarsi a nuove e diverse esigenze
nutrizionali dettate anche da una crescita da parte dei consumatori italiani
ad un più sano e corretto stile di vita.
Nelle loro ricette, ora, compaiono tra gli ingredienti anche le fibre
e lo yogurt. Le Camille, soffici tortini alle carote e mandorle e i Plum
cake, ammorbiditi dall’aggiunta di yogurt, entrambi del 1989, sono
i capofila di questa nuova generazione di prodotti.
Gli anni ‘80 sono stati, per eccellenza, il periodo del boom delle
merendine confezionate. In quegli anni arrivano anche le cosiddette 'sorpresine'
che diventano oggetto del desiderio per milioni di bambini italiani. E
il marketing delle aziende si sbizzarrisce ideando oggetti che ancora
oggi sono scambiati dai collezionisti su siti dedicati o su ebay.
Gli anni Novanta ad emergere sono le merendine refrigerate con latte fresco
pastorizzato (Fetta al Latte, Pinguì, Kinder Paradiso), che sono
golose ma apportano anche un significativo contenuto di calcio e proteine
nobili. Ma sono anche gli anni di due altri prodotti di grande successo
come i Flauti (1997) e Yogo Brioss (1995). Sul finire degli anni 90 nasce
anche la Croissanterie Bauli .
Nel corso dell’ultimo decennio, gli anni 2000, nascono merendine
'moderne', perché in grado di garantire la piacevolezza, senza
penalizzare gli aspetti nutrizionali e migliorando costantemente la qualità
e l’equilibrio degli ingredienti. Grazie ad una sempre maggiore
sensibilità delle aziende produttrici, ad ingenti investimenti
in ricerca e sviluppo e a processi produttivi sempre più all’avanguardia,
nell’arco di una manciata di anni vengono eliminati conservanti
e coloranti.
Diminuisce anche l’apporto calorico complessivo (da circa 200 kcal
a 170-180 kcal, per le più sostanziose, rispetto a una media di
circa 130-150 kcal per le più leggere, ma ci sono anche merendine
che hanno appena 100 kcal). Cala la quantità di zucchero e di grassi
saturi ma soprattutto spariscono i grassi idrogenati e con essi gli acidi
grassi trans che ne derivano (oggi ce ne sono meno di 0,1 % in una merendina).
Le nuove merendine sul mercato sono tante e diverse, ma che si chiamino
Pangoccioli o Spighe, Kinder Pan e Cioc, Nouvelle, Ricoccole o Morbidi
Amici tutte quelle di ultima generazione sono accomunante dal desiderio
di coniugare leggerezza e gusto, con ricette più equilibrate e
minor contenuto in grassi e zucchero.
Un ruolo importante, nella costruzione dell’immagine e nella percezione
della funzione sociale di questo settore, senza dubbio lo ho svolto l’AIDEPI
(Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiana), l’associazione
aderente a Confindustria, nata nel 2011 dalla fusione dell’Associazione
delle Industrie Dolciarie Italiane (A.I.D.I.) e dell’Unione Industriali
Pastai Italiani (U.N.I.P.I.). Oggi l’associazione rappresenta e
tutela le aziende italiane produttrici di pasta, confetteria, cioccolato
e prodotti a base di cacao, biscotti e pasticceria industriale, prodotti
dolciari da forno, gelati e cereali pronti per la prima colazione.
Tra le iniziative di responsabilità sociale e trasparenza intraprese
dall’AIDEPI c’è anche la realizzazione del sito www.merendineitaliane.it,
che avvalendosi del contributo di esperti nutrizionisti, pediatri, psicologi
e tecnologi - racconta con un linguaggio chiaro ed esaustivo a chiunque
voglia saperne di più, i segreti della merenda e delle merendine
italiane. (www.adnkronos.com)
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