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AZIENDE
E PRODOTTI
Made in italy: coldiretti, import olio straniero
supera produzione
Oggi la maggioranza delle bottiglie di olio confezionate in Italia sono
state ottenute in realtà da olive straniere senza che questo sia
noto ai consumatori. E’ quanto ha affermato il presidente della
Coldiretti Sergio Marini al convegno sulla tutela dell’olio di oliva
organizzata al Vinitaly dal Corpo Forestale dello Stato. L’arrivo
in Italia di olio di oliva straniero ha raggiunto nel 2011 il massimo
storico di 584mila tonnellate e ha superato la produzione nazionale, in
calo a 483mila tonnellate, secondo uno studio della Coldiretti che evidenzia
come l’Italia sia il primo importatore mondiale di olio che per
il 74 per cento viene dalla Spagna, il 15 per cento dalla Grecia e il
7 per cento dalla Tunisia. Nel 2011 – continua Coldiretti - si è
dunque verificato un ulteriore aumento del 3 per cento nelle importazioni
di olio di oliva dall’estero che sono quasi triplicate negli ultimi
20 anni (+163 per cento), sommergendo di fatto la produzione nazionale,
che sarebbe peraltro quasi sufficiente a coprire i consumi nazionali.
Gli oli di oliva importati in Italia vengono infatti mescolati con quelli
nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura
di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità
da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri dove sono state esportate
364mila tonnellate nel 2011. “E’ scandaloso che in un Paese
come l’Italia che ha conquistato primati mondiali nella qualità
dell’extravergine i cittadini siamo costretti a consumare, con l’inganno,
prodotti scadenti ottenuti spesso mescolando prodotti di origine diversa”,
ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare
che a dimostrarlo ci sono le ripetute denunce di frodi e sofisticazioni
e i sequestri di prodotto adulterato effettuati dalle forze dell’ordine
a partire dal Corpo forestale dello Stato. Sotto accusa è anche
la mancanza di trasparenza visto che quattro bottiglie di olio extravergine
su cinque in vendita in Italia contengono miscele di diversa origine,
per le quali è praticamente illeggibile la provenienza delle olive
impiegate, secondo una indagine della Coldiretti. E questo nonostante
sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009,
in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie
di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati
è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere
le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele
di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva
comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette
dell’olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto
piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione
sull’etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre spesso
bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con
marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi
che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli. I consumatori
dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere
consapevolmente. La Coldiretti insieme ad Unaprol e alla Fondazione Symbola
ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare che prevede
scritte in etichetta più grandi, stop ai marchi ingannevoli e al
segreto sui nomi delle aziende che importano olio dall'estero, ma anche
test della verità probatorio per la classificazione delle caratteristiche
qualitative. L’obiettivo è difendere un patrimonio - conclude
Coldiretti - con oltre 250 milioni di piante sul territorio nazionale
che garantiscono un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative
all’anno e un fatturato di 2 miliardi di euro. (www.coldiretti.it)
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