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SALUTE
E BENESSERE
Frutta di qualità grazie alla genomica
Un Progetto presentato all’incontro di Cesena Fiera,
rivela che sono già disponibili cultivar innovative – E che
è possibile avere resistenze alle malattie – L’importanza
di sinergie per una Filiera della selezione
Il miglioramento della qualità della
frutta è possibile tramite la sequenza del genoma. La “nuova
frontiera” per la frutticoltura di alto livello (con prospettive
e, soprattutto, con innovative cultivar) è stata esaminata al Centro
Congressi di Cesena Fiera, venerdì 4 maggio, nel Convegno organizzato
da CRPV e Regione Emilia Romagna: "Strumenti genomici per il miglioramento
di piante da frutto", nel corso del quale si sono avute varie relazioni
di Università (Udine, Catania, Bologna, Milano), Centri di ricerca
(Trento, Cesena, Lodi) ed esperti.
La genomica riguarda lo studio, mediante tecnologie di biologia molecolare,
dell’intera informazione genica contenuta in un organismo, cioè
lo studio del suo genoma. I dati che se ne ricavano sono un utile strumento
che affianca e velocizza i programmi di miglioramento genetico. La sequenza
del genoma consente l’identificazione di importanti caratteri da
cui partire alla “composizione” di cultivar più aderenti
alle esigenze del consumatore.
Il convegno ha fatto conoscere gli approcci genomici al miglioramento
genetico dei fruttiferi, con particolare riferimento alle applicazioni
della selezione con marcatori (o MAS: marker assisted selection), ovvero
di una strategia che rende più efficiente il lavoro di selezione
varietale.
Si consideri che la vite è stata la prima specie frutticola ad
essere “sequenziata” e nel 2007 un gruppo di ricercatori di
diversi Paesi in collaborazione fra loro si sono rivolti al pesco, uno
dei più importanti frutti al mondo (come volumi e valori).
Inoltre al Convegno sono stati presentati i primi risultati del Progetto
MASpes, finalizzato al miglioramento varietale di pesco e albicocco in
Emilia Romagna, che hanno portato al “licenziamento” di due
nuove varietà di albicocco (Pieve e Petra), di una nuova varietà
di pesco (Bordò) e di tre nuove nettarine denominate Rebus 028,
Rebus 038 e Rebus 195. Di estremo interesse sono infine le circa 200 selezioni
di albicocco, pesco e nettarine in corso di valutazione, di cui 120 in
prima valutazione e 70 in avanzata fase di studio da cui scaturiranno
quanto prima ulteriori nuove varietà da coltivare.
E’ la più evidente dimostrazione che tramite queste tecniche
generiche innovative si rinnovano le varietà, ma non solo, perché
(ecco un altro aspetto importante sia per l’ambiente che per il
reddito dell’agricoltore) si sono individuati marcatori molecolari
per la tolleranza a Sharka in albicocco, resistenza a Monilia in pesco,
mentre sono in via di definizione i marcatori per le caratteristiche organolettiche
di primaria importanza a livello commerciale (grado zuccherino, acidità,
spettro aromatico, pezzatura e sovraccolore dell’epidermide). Questo
permetterà in futuro di concentrare gli sforzi sul germoplasma
che presenta i marcatori associabili a caratteri pomologici e agronomici
d’interesse e di velocizzare il programma di selezione varietale.
Va sottolineato che questo “lavoro” è frutto di quelle
sinergie che vedono assieme ricerca, OP dei coltivatori e enti del territorio,
in quanto il Progetto MASpes, coordinato dal CRPV, in collaborazione con
il Dipartimento di Coltivazioni Arboree dell’Università di
Bologna e il Dipartimento di Produzione Vegetale dell’Università
degli Studi di Milano, è finanziato congiuntamente dalla Regione
Emilia-Romagna, dalle Fondazioni Cassa di Risparmio di Cesena, Faenza,
Forlì, Imola, Lugo e Ravenna e dalle OP Apofruit Italia, Apo-Conerpo,
Orogel Fresco e Pempa-Corer.
La rilevanza dell’apporto della genomica si può comprendere
meglio se si considerano alcune prospettive per la frutticoltura, a partire
dall’innovazione varietale, (unitamente alla protezione e valorizzazione
commerciale delle nuove cultivar), che rappresenta un fattore competitivo
di grande interesse.
Come è stato sottolineato a Cesena, decodificando il patrimonio
genetico di una specie con possibilità di selezionare in tempi
più rapidi piante più performanti, si arriva a detenere
un potente strumento per gestire i cambiamenti, proteggere e valorizzare
le eccellenze esistenti ed acquisite. Ora si tratta di accelerare il trasferimento,
in senso applicativo, degli strumenti genomici sviluppati. Oggi, lo stato
delle acquisizioni è in una fase cruciale, nella quale esiste l’opportunità
di sviluppare “sul campo” queste conoscenza attuali e potenziali,
per cui, però, è indispensabile pensare ad un nuovo modello
di organizzazione della selezione.
Dal Convegno sulla genomica di Cesena è emerso che occorre andare
oltre le attuali impostazioni nazionali di organizzazione della selezione
genetica, pianificando vere e proprie “Filiere della selezione -
dal seme al mercato” nelle quali portare a maggior valore le sinergie,
le collaborazioni e le disponibilità finanziarie pubblico/private.
Con una particolare attenzione alla scelta varietale, che rappresenta
l’elemento fondamentale da cui partire per il controllo e la valorizzazione
dell’intera filiera frutticola.
Per info: Cesena Fiera, tel. 0547 – info@cesenafiera.com
Ufficio Stampa: LEAD Studio – Adalberto Erani 335 5711478
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