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AZIENDE
E PRODOTTI
Export vino
Italia, Francia e Spagna sole al comando. Se il vino made in Italy
è primo per volumi, quello francese è inarrivabile per valore
aggiunto. Nel resto del mondo, alla crisi dell’Australia risponde
la qualità di Cile, Argentina e Usa
Se negli anni’80 ogni cinque bottiglie di vino vendute una arrivava
dall’estero, oggi il rapporto è di tre a uno: un cambiamento
epocale, figlio della globalizzazione, che rivoluziona la pianificazione
commerciale di un intero settore, sempre più export oriented, e
sempre in positivo nonostante la crisi. A trarne vantaggio, come rivela
lo studio del professor Hervé Hannin, dell’”Institut
des Hautes Etudes de la vigne et du vin” (Ihev) i “soliti
noti”, Francia, Italia e Spagna, re dei mercati esteri anche se
in maniera molto diversa: la quota della Spagna, nel 2011, è cresciuta
del 26,5%, insidiando il primato italiano e superando i 22 milioni di
ettolitri (a scapito del valore venduto, cresciuto del 17,5%), mentre
la Francia resta prima e lontanissima in termini di valore, visto che
i “soli”13,3 milioni di ettolitri venduti all’estero
valgono 6,96 miliardi di euro.
L’Italia enoica rimane sul gradino più alto in termini quantitativi
(19,1 milioni di ettolitri nel periodo gennaio-ottobre 2011, +7% sul 2010),
ma cresce anche in termini di valore (+ 13% a 3,52 miliardi di euro),
trascinata dall’exploit dello sfuso (+23% in quantità e +37%
in valore) che sopperisce al declino dei varietali (-47,3% in quantità
e -49,3% in valore) e dal boom degli spumanti, venduti a 2,7 euro per
litro, ben al di sopra del prezzo medio, 1,78 euro per litro). E se i
produttori storici sorridono, nel resto del mondo c’è da
registrare il tracollo dell’Australia, dove l’andamento del
Dollaro Australiano affonda l’export del quarto Paese produttore
al mondo, sceso a 7,03 milioni di ettolitri (-10% sia in volume che in
valore). Fanno meglio l’Argentina (+15,6% in quantità e +15,2%
in valore, con una crescita equilibrata di sfuso e vini varietali) e il
Cile che, nonostante il calo dell’export (-8,8%), rafforza il proprio
marchio e cresce sensibilmente in valore (+9,9%). Anche per gli Stati
Uniti, il primo mercato per il vino made in Italy, in attesa dei dati
ufficiali, è stato un 2011 da record: secondo il Wine Institute
l’export nel 2011 è aumentato del 7,3% in quantità
e del 23% in valore. Dei principali Paesi produttori, manca solo il Sudafrica,
che fa segnare un calo dell’export del 5%, e cerca il rilancio nel
Continente Nero. (www.winenews.it)
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