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AZIENDE
E PRODOTTI
Il mio nome è Custoza
Il Consorzio di tutela decide di adottare esclusivamente il nuovo
nome semplificato Custoza e scrive ai soci, alle altre aziende del territorio
e agli enti: “Correggete i vostri siti e aiutateci a far crescere
l’orgoglio per il nostro nome”. Un’indagine di mercato
dimostra che è proprio il nome Custoza uno dei punti di forza della
denominazione, insieme con la piacevole leggerezza del vino.
In questi giorni all’indirizzo email di produttori di vino, ma anche
di ristoratori, albergatori ed enti locali del territorio collinare fra
Verona e il Garda, sta arrivando una lettera che chiede una piccola ma
sostanziale modifica, qualora necessario, dei siti internet aziendali
e istituzionali: si domanda che anziché come Bianco di Custoza
il vino della zona venga presentato semplicemente come Custoza. La lettera
è a firma di Carlo Nerozzi, neopresidente del Consorzio di tutela
del Custoza doc. Spiega che con un decreto del 20 ottobre 2005, e cioè
poco più di sei anni fa, la denominazione di origine controllata
Bianco di Custoza venne riconosciuta anche più semplicemente col
solo nome di Custoza e che “a seguito di questa modifica, la maggior
parte degli imbottigliatori ha optato per la dicitura Custoza in etichetta,
in accordo con la linea fortemente voluta dal Consorzio”. Fin qui,
peraltro, ognuno è stato libero di usare il vecchio nome, ma –
dice Nerozzi – “alla luce del nuovo percorso di valorizzazione
e promozione della nostra denominazione che il Consorzio ha iniziato,
sarebbe fondamentale che l’intera filiera riuscisse a proporsi con
un unico termine identificativo, al fine di avere una comunicazione univoca
ed evitare fraintendimenti”. Insomma: il vino si chiama Custoza
ed è bene che tutti lo chiamino così.
“L’indagine di posizionamento che abbiamo commissionato a
Doxa Advice – aggiunge il presidente Nerozzi - ha dimostrato che,
insieme con la piacevole leggerezza del vino, uno dei punti di forza della
nostra denominazione è proprio il nome Custoza, estremamente conosciuto
sul territorio nazionale per la sua forte connessione con la storia italiana.
Nel centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia,
che ha posto l’accento sul periodo risorgimentale, questa percezione
si è ulteriormente rafforzata. Noi siamo orgogliosi di chiamarci
Custoza e non vediamo perché dovremmo presentarci al mercato in
ordine sparso, usando il vecchio nome e quello più breve, semplificato,
immediato, e oltretutto facilmente riconosciuto. I nostri vini si chiamano
Custoza e basta. Chiediamo dunque ai produttori e al territorio uno sforzo
per comunicare tutti insieme in una forma unica il nome del nostro vino.
Del resto, tutte le più importanti zone vinicole del mondo non
hanno bisogno di specificazioni per affermare la loro identità.
Noi ci chiamiamo Custoza perché vogliamo che in nostri vini parlino
del nostro territorio collinare, che ruota attorno a Custoza”.
L’ufficio tecnico del Consorzio si è messo al lavoro e sta
scandagliando uno per uno i siti internet della zona. Quando necessario,
parte la lettera. Qualcuno ha già risposto con entusiasmo. Un caso
su tutti: è bastata una richiesta informale e in pochi secondi
un noto produttore locale di salumi ha modificato le pagine del proprio
sito: “Si è trattato – afferma il presidente del Consorzio
di tutela del Custoza – di uno squisito gesto di attenzione verso
la nostra realtà e verso i nostri vignaioli ed è una segnale
che ci incoraggia a proseguire nella riaffermazione della nostra identità”.
Ufficio stampa Consorzio Tutela Vino Custoza doc
Paola Giagulli
paola@paolagiagulli.it
tel. 338 4812496
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