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AZIENDE
E PRODOTTI
Latte: 85% italiani lo consuma, ma formaggi vincono
con 92%
Sono una rarità gli Italiani che
non consumano latte e formaggi, stando ai risultati dell'indagine biennale
condotta da Astra Ricerche per Assolatte, presentata nell'ambito della
consegna dei premi per il concorso giornalistico 'L'attentibile', indetto
proprio dall'associazione dei produttori del settore lattiero-caseario.
Il 92% degli Italiani, infatti, mangia formaggi; l'85% beve latte; il
77% consuma sia burro sia yogurt e latti fermentati; il 70% non rinuncia
alla panna. Percentuali che fanno balzare quello lattiero-caseario al
primo posto tra i settori dei consumi alimentari nostrani. Se i formaggi
vincono soprattutto tra i 25-34enni dei ceti medio-alti, il latte spopola
al sud, yogurt e latti fermentati sono preferiti dai 45-54enni delle regioni
centrali, di ceto e istruzione medio-alti. Il burro si consuma più
al sud che al nord e attraversa trasversalmente tutte le fasce sociali
mentre la panna è amata dai giovani adulti, soprattutto del Triveneto.
Quanto alle motivazioni che spingono al consumo di questi prodotti, il
latte porta con se' un aspetto di tradizione e di accompagnamento lungo
tutte le fasi della vita; yogurt e latti fermentati vincono sul piano
del benessere mentre i formaggi su quello del sapore. Discorso a parte
per il burro, che ha visto crescere i consumi negli ultimi dieci anni
e che viene scelto oltre che per l'indispensabilità in certe preparazioni
anche per il gusto e le molte varianti in cui viene proposto. A dispetto
delle informazioni relative al contenuto di grassi, anche la panna viene
scelta per il sapore e la consistenza. "Questa fotografia - ha commentato
Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche - mostra tre realtà
di fondo della nostra società: quasi quattro italiani su dieci
vivono in condizioni di marginalità sia socio-economica che psico-culturale;
l'insoddisfazione per la propria vita vale per il 51% dei nostri connazionali
i veramente felici non superano il 26%. E i prodotti lattiero-caseari
cosa c'entrano con tutto questo? Essi appaiono tanto più forti
per consumo e più amati quanto più si passa dai cittadini
più poveri e insoddisfatti a quelli più realizzati e contenti".
"Quello lattiero caseario è uno dei fiori all'occhiello del
settore agroalimentare italiano - ha osservato il ministro delle Politiche
agricole, Mario Catania - Settore nel quale ci sono sicuramente ombre
e problemi ma che ci ha dato grandi soddisfazioni e che il governo cerca
e cercherà di sostenere nella prospettiva di un sempre maggiore
sviluppo". Il ministro ha tenuto a precisare che alcune azioni importanti
sono state già intraprese, come la presentazione in parlamento
del disegno di legge per la riorganizzazione della filiera della produzione
del latte, nell'ottica di una maggiore trasparenza. "La nostra speranza
- ha proseguito Catania - è che questa norma venga valutata positivamente
e venga anche difesa dagli attacchi di lobby come quella della grande
distribuzione". A proposito della grande distribuzione, Catania ha
quindi sostenuto di sentirsi "drizzare i capelli in testa" nel
sentir dire "al presidente di una grande catena che se questa norma
dovesse passare, non distribuirà più latte fresco ma solo
a lunga conservazione. In queste occasioni - ha concluso - mi chiedo se
sono io che non ho capito niente o se invece qualcuno dovrebbe farsi un
esame di coscienza e andare a cercare altrove la soluzione ai suoi problemi".
(www.agi.it)
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