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AZIENDE
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Il cellophane compie cent'anni. Ha avvolto tutto, anche una pornostar
Inventato nel 1912 dallo svizzero trapiantato
a Parigi Jacques Brandenberger
Da un secolo è in tutte le case del mondo. Ha imballato ogni cosa.
Alimenti, soprattutto, ma anche fiori, abiti, monumenti (con il celeberrimo
Christo che ha impacchettato palazzi e sculture), persino una pornostar,
l'indimenticata Moana Pozzi che fece scalpore con la performance televisiva
nel programma l'Araba fenice del 1988, quando si presentò vestita
solamente da un sottile velo di plastica trasparente.
L'INVENZIONE - A compiere cento anni è il cellophane, inventato
nel 1912 dallo svizzero trapiantato a Parigi Jacques Brandenberger. La
sua geniale intuizione, in realtà, è del 1908, ma è
solo quattro anni dopo che l'imprenditore elvetico perfeziona il brevetto
per il macchinario che darà il via su scala mondiale alla sua plastica
rivoluzione. Teatro dell'invenzione, secondo la leggenda, un ristorante:
Brandenberg sta consumando il suo pasto, quando un avventore del locale,
seduto ad un altro tavolo, versa un bicchiere di vino rosso sulla tovaglia,
macchiandola inesorabilmente. È in quel momento che scocca la scintilla:
per rendere impermeabile il tessuto lo si può ricoprire di una
sfoglia di cellulosa. La prima idea, però, non funziona, perché
la viscosa non aderisce al tessuto, ma si stacca. È però
una pellicola sottile, trasparente e impermeabile.
IL PRIMO PASSO - È il primo passo verso il cellophane, punto di
arrivo della trasformazione della cellulosa delle piante in una pellicola
resistente all'acqua. Il cellophane, per la sua limitata permeabilità
all'aria, ai grassi e ai batteri, era ideale per avvolgere gli alimenti,
fiori e molti altri oggetti. Durante la prima guerra mondiale viene utilizzato
come vetro per la protezione degli occhi nelle maschere antigas. Nei decenni
successivi sarà impiegato per la preparazione dei nastri adesivi,
come lo scotch, inventato nel 1930 dall'americano Richard Drew; come anti-adesivo
nella preparazione di rotoli di materiali appiccicosi come la gomma greggia,
e in molti altri campi ancora.
LA CRONOSTORIA - Nel 1917 Brandenberger cede i suoi brevetti alla società
francese La Cellophane SA, che diventa il principale produttore ed esportatore
di cellophane fino al 1924 quando la società a sua volta cede i
diritti di utilizzazione del processo, segreto, di fabbricazione alla
società americana Du Pont, che mette in piedi la prima fabbrica
di cellophane negli Stati Uniti. Il cellophane, però, non è
ancora perfetto: è parzialmente permeabile all'acqua e all'umidità
e questo ne ostacola la diffusione in campo alimentare. A risolvere il
problema ci pensa William Charch, un dipendente della Du Pont, che si
mette in testa di realizzare un sistema di impermeabilizzazione del cellophane.
Si racconta che dopo oltre duemila tentativi e una buona dose di testardaggine
sia riuscito finalmente, nel 1927, a brevettare un processo efficace che
amplia, e di molto, il campo di applicazione del cellophane. Per oltre
mezzo secolo il cellophane prosegue il suo cammino trionfale.
LE PELLICOLE - Negli anni Cinquanta sul mercato approdano altre pellicole
realizzate con materie plastiche derivate dal petrolio, come il politene
e il polipropilene. Costano meno e rubano un po' di mercato al vecchio
cellophane, che però resiste perché è più
adatto ad avvolgere gli alimenti. E con la crescente diffusione di super
e ipermercati, riguadagna terreno, anche perché è una pellicola
adatta ad avvolgere i cibi anche quando sono scaldati in forni a microonde
o conservati in frigoriferi a bassa temperatura.
(www.corriere.it)
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