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AZIENDE
E PRODOTTI
Sempre meno grassi e meno sale nella carne e nei salumi italiani
Federalimentare: moderne tecniche di allevamento e riformulazione
di prodotti per corretti comportamenti alimentari
La composizione nutrizionale della carne e dei salumi italiani è
oggi profondamente cambiata – come dimostrano recenti studi condotti
dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
- soprattutto riguardo il contenuto in grasso, quasi dimezzato grazie
alle moderne tecniche di allevamento improntate al massimo rispetto del
benessere degli animali, dato confermato a livello internazionale dalla
ricerca dell’Università della Pennsylvania pubblicata sull’ultimo
numero dell’American Journal of Clinical Nutrition e riportata ieri
dal Corriere della Sera.
I dati scientifici raccolti confermano l''elevato valore biologico di
carni e salumi (aminoacidi essenziali, vitamine, ecc) che li rendono praticamente
insostituibili nella dieta quotidiana, soprattutto in alcune fasi di età.
Ulteriori studi hanno altresì evidenziato vantaggi per la salute
legati al consumo di carne in termini di controllo del peso attribuibili
sia alla bassa densità energetica dell’alimento in sé,
sia agli effetti sul senso di sazietà ma anche sulla regolazione
dei meccanismi della fame e dell’appetito e nella prevenzione di
molte alterazioni del metabolismo.
Basti pensare che ad esempio, il filetto di maiale ha una percentuale
di grasso inferiore al 2%, i lipidi nella lonza suina sono solo il 4,6%
del totale, mentre il filetto e la lombata di bovino hanno tenore in grasso
inferiore al 3%.
Anche i salumi, secondo la ricerca INRAN presentata a settembre 2011,
registrano una forte diminuzione di sale e grassi rispetto al passato.
Il contenuto di sale risulta ridotto, in una percentuale che va dal 4%
circa fino a oltre il 45% a seconda del prodotto. Il contenuto degli acidi
grassi saturi si è ridotto fino a quasi il 40%, ottenendo un equilibrio
tra contenuto in grassi saturi e insaturi. In particolare, grassi preziosi
come quelli insaturi sono passati dal 30% a oltre il 60% dei grassi totali.
Sono poi aumentate le proteine, le vitamine e i sali minerali.
Dagli studi dell’INRAN e dell’Università della Pennsylvania
emerge anche chiaramente come negli ultimi anni la composizione nutrizionale
della carne bovina sia profondamente cambiata ed i contenuti di grasso
nei diversi tagli di carne bovina analizzati sono oggi quasi dimezzati
rispetto al 1996.
Questa è la strada giusta per far adottare corretti comportamenti
alimentari unitamente all’educazione alimentare da promuovere costantemente
a partire dalle scuole e dalle famiglie, e non ricorrere alla fiscalità
aggravando ancor più la già pesante flessione dei consumi
innescata dagli aumenti dell’IVA. (www.federalimentare.it)
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