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AZIENDE
E PRODOTTI
Dell’uva non si butta nulla
Le vinacce sono impiegabili per farmaci e cosmetici, ma anche per
la produzione di energia alternativa, e di concimi. definite disposizioni
più chiare e flessibili per l’uso alternativo dei sottoprodotti
della vinificazione.
Le vinacce possiedono numerose qualità terapeutiche e possono rivelarsi
utili in campo farmaceutico. Lo sottolinea Confagricoltura che ricorda
come contengano: tannini antociani (rimedio per problemi circolatori e
di fragilità capillare), flavonoidi (che hanno un’azione
disinfiltrante sui tessuti), tannini condensati (per la regolazione della
formazione delle fibre di collagene), mucillaggini (per la regolazione
del tratto intestinale, effetto lassativo e limitazione dell’assorbimento
degli alimenti).
Ma possono trovare impiego, per le loro peculiarità, anche in campo
cosmetico. Le vinacce – fa presente l’Organizzazione degli
imprenditori agricoli - si rivelano componente fondamentale di oli, maschere,
creme di bellezza che depurano, idratano, levigano, tonificano il viso
ed il corpo e contrastano l’invecchiamento della pelle.
In campo farmaceutico e cosmetico le vinacce già trovano utilizzo
e ancor più lo potranno avere in futuro grazie alla modifica apportata
al decreto ministeriale - che ha ora avuto l’approvazione della
Conferenza Stato-Regioni - che consentirà, dalla prossima vendemmia,
di ampliare la gamma dei possibili usi alternativi degli scarti della
vinificazione.
Insomma, vinacce, e fecce del vino, non sono “rifiuti” (con
tutti i problemi relativi al loro smaltimento) ma “sottoprodotti”
della vinificazione che possono essere riutilizzati convenientemente.
E Confagricoltura ricorda come abbia avuto il placet della Conferenza
Stato Regioni la modifica al decreto ministeriale che consentirà,
dalla prossima vendemmia, di ampliare il riciclo ed il riutilizzo degli
scarti della vinificazione.
Oltre agli usi farmaceutici e cosmetici, sarà ammesso l’impiego
delle vinacce e delle fecce di vino – spiega Confagricoltura - per
l’uso agronomico diretto (mediante la distribuzione dei sottoprodotti
nei terreni agricoli, nel limite di 3.000 kg /ha); e per l’uso agronomico
indiretto (mediante l’utilizzo dei sottoprodotti per la preparazione
di fertilizzanti). Saranno utilizzabili anche in campo energetico quale
biomassa, per la produzione di biogas o per alimentare impianti per la
produzione di energia.
Confagricoltura
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