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VINO: COLDIRETTI, STOP AI SOLFITI NEL BIOLOGICO
Dimezzare il contenuto dei solfiti nel vino biologico per arrivare alla
loro eliminazione non appena le tecniche di vinificazione e la sperimentazione
richiesta lo consentiranno. E’ quanto chiede la Coldiretti in occasione
della discussione sulla proposta di regolamento della Commissione Europea
sul vino biologico che tende a ridurre al minimo l’impiego di sostanze
chimiche nel processo di produzione. Il vino biologico - secondo la Coldiretti
- deve essere prodotto solo nelle aree vocate dove sussistono effettivamente
i requisiti per garantirne gli standard di qualità e tipicità
in quanto, proprio sul piano delle prospettive di mercato, occorre offrire
al consumatore un vino che si differenzi nettamente da quello convenzionale
altrimenti è molto difficile che possa incontrare il favore di
un significativo numero di estimatori visti i vini di eccellenza che già
sono ampiamente diffusi e conosciuti nel mondo. Oltretutto l’osservanza
da parte del produttore, in vigna, delle buone pratiche agronomiche, inclusa
la scelta delle varietà più adatte all’area di produzione,
consente di ottenere uve di elevata qualità per i cui nel processo
di vinificazione si riduce la necessità di ricorre ad additivi
o processi di lavorazione che si tradurrebbero in una forzatura del metodo
di produzione biologico.
Nell’ambito dell’UE, Germania ed Austria si stanno decisamente
opponendo alla previsione di limiti per l’anidride solforosa in
quanto vorrebbero fossero adottati gli stessi parametri stabiliti per
i vini convenzionali. Tali paesi infatti a causa delle condizioni climatiche
ed ambientali dei loro areali di produzione non riuscirebbero ad ottenere
le stesse performance dei vini biologici nei paesi mediterranei. L’attuale
legislazione comunitaria - riferisce la Coldiretti - prevede come limiti
massimi di anidride solforosa (SO2), per i vini convenzionali rossi di
150 mg/l mentre per i vini Bianchi 200 mg/l.
In Italia attualmente sono coltivati circa 30.000 ettari di vigneto biologico
da circa 10mila aziende viticole situate per lo più nel centro
sud Italia (in particolare in Sicilia, Puglia e Campania), anche se importanti
produttori si trovano nel Veneto orientale dove si segnala un vivace distretto
per il biologico nazionale
L’ottimo andamento sul mercato italiano delle produzioni alimentari
biologiche è confermato dal fatto che gli acquisti domestici di
prodotti biologici confezionati che nel 2009 hanno registrato un incremento
record in valore del 6,9 per cento, secondo i dati Ismea ac Nielsen. Piu’
di un italiano su due (56 per cento) ha messo nel carrello della spesa
prodotti biologici almeno qualche volta nel corso del 2009, secondo una
analisi Coldiretti /Swg. In Italia - sottolinea la Coldiretti - il
biologico sviluppa un giro di affari stimato in 3 miliardi di euro con
l’ agricoltura nazionale che detiene il primato nel numero di imprese
agricole biologiche (circa 45mila) su un territorio di oltre un milione
di ettari. L’aumento del 32 per cento delle aziende dove acquistare
direttamente ( 2176 nel 2009), quella del 22 per cento degli agriturismi
ed il boom dei mercati degli agricoltori evidenziati da Biobank, confermano
- sostiene la Coldiretti - la forte crescita di un segmento della popolazione
che non si accontenta di acquistare biologico ma che vuole conoscerne
anche la provenienza.
Di fronte a questa tendenza occorre rigore nei sistemi di produzione ma
occorre anche intervenire - conclude la Coldiretti - con misure di trasparenza
introducendo al piu' presto il marchio del biologico italiano, come previsto
dal regolamento comunitario, per consentire ai consumatori di fare scelte
di acquisto consapevoli sulla reale origine del prodotto acquistato.
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