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Nuove Dop e Igp
La Commissione europea ha dato il via libera alla iscrizione nel registro
delle Dop e Igp i "Ricciarelli di Siena" e la "Patata di
Bologna". È stata inoltre pubblicata sulla Gazzetta ufficiale
dell'Unione europea del 18 marzo la domanda di riconoscimento come Igp
del "Marrone della Valle di Susa".
"Continua il lavoro di tutela del patrimonio agroalimentare di qualità
italiano: la Commissione europea ha dato il via libera alla iscrizione
nel registro delle Dop e Igp i "Ricciarelli di Siena" e la "Patata
di Bologna". A breve, inoltre, anche il Marrone della Valle di Susa
verrà inserito nell'elenco delle indicazioni geografiche tutelate.
Si tratta di ulteriori valori aggiunti al nostro già ricco made
in Italy, una garanzia di eccellenza per i consumatori e, per i produttori,
l'occasione per tutelare la loro tradizione produttiva".
Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali
Luca Zaia ha commentato il riconoscimento Igp ai "Ricciarelli di
Siena" e Dop alla "Patata di Bologna".
Nati come dolci tipici ed insostituibili delle ricorrenze natalizie, i
Ricciarelli di Siena hanno esteso il loro consumo anche agli altri mesi
dell'anno, soprattutto per effetto della forte affluenza nel territorio
di visitatori e turisti di ogni parte del mondo. Fin dall'antichità
Siena si è caratterizzata per una forte presenza dell'artigianato
dolciario, retaggio del ruolo importante svolto nei secoli dalle locali
spezierie che, sorte nel Medioevo, sono state le depositarie della produzione
tipica del territorio.
La "Patata di Bologna", invece, presenta tradizionalmente un
contenuto medio di sostanza secca e una buona consistenza della polpa,
elementi che la rendono particolarmente adatta ad essere utilizzata in
molteplici modi in cucina. Il gusto tipico ma non troppo pronunciato e
la sua buona conservabilità ne fanno ancora oggi il riferimento
ottimale per il mercato. La Dop si lega da sempre alla zona di produzione,
come confermano le peculiarità qualitative della Patata di Bologna
(odore, gusto, intensità del colore della polpa e della buccia),
determinate, oltre che dalla genetica, anche dall'ambiente di coltivazione
(suolo, clima, tecnica colturale, tipologia di conservazione) tipico della
provincia di Bologna.
È stata inoltre pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione
europea del 18 marzo la domanda di riconoscimento come Igp del "Marrone
della Valle di Susa". È dunque iniziata la procedura comunitaria
che prevede sei mesi di tempo per permettere agli altri Stati membri di
presentare domanda di opposizione alla richiesta di Igp. Trascorso questo
periodo il Marrone della Valle di Susa verrà iscritto nel registro
ufficiale europeo delle Dop e Igp.
Il Marrone della Valle di Susa si caratterizza per il colore e la croccantezza
della polpa, per il sapore dolce e profumato e per la pezzatura medio
grossa: elementi che hanno reso il Marrone della Valle di Susa molto apprezzato
sul mercato interno ed estero.
Fin dal 1200 si hanno notizie della coltivazione dei castagneti da frutto.
Merita di essere ricordato il "Castagneretum di Templeris",
situato tra i comuni di Villarfocchiardo e San Giorio di Susa, appartenente
all'ordine dei Templari, ove ancora oggi vi sono le più antiche
ceppaie.
www.agricolturaitalianaonline.gov.it/contenuti
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