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AZIENDE
E PRODOTTI
Il Nobile tiene e rilancia
Giacenze nella norma, vendite previste in aumento, qualche travaso
da imbottigliato a sfuso. Tutto da valutare l’impatto che avrà
il cambio del disciplinare, dove i vitigni “migliorativi”
possono arrivare da soli al 30%. Intervista al presidente del Consorzio,
Federico Carletti
Montepulciano
(Si). È iniziata verso il 20 settembre nei vigneti di Montepulciano
la raccolta del Sangiovese, qui chiamato Prugnolo Gentile, l’uva
base per il Vino Nobile di Montepulciano Docg (circa 8 milioni di bottiglie
commercializzate nel 2009). Federico Carletti, presidente del Consorzio
(75 le aziende imbottigliatrici associate), è titolare della azienda
“Poliziano”. Lo incontriamo nella sede del Consorzio, antico
palazzo su Piazza Grande, il cuore pulsante di Montepulciano, nella settimana
che precede il “Bravìo delle Botti”, la storica gara
del Palio – ogni anno l’ultima domenica di agosto - che sancisce
il matrimonio indissolubile tra la città di Montepulciano e il
suo vino. Territorio e vino, comincia da qui l’intervista.
Presidente, la vedo piuttosto ottimista sulla vendemmia. E del Palio
che cosa ci racconta?
Le uve sino ad oggi (fine agosto, ndr) sono sanissime. Ho visto produttori
che stanno diradando e questo è segno che si punta sulla qualità
piuttosto che sulla quantità. Le previsioni sono quindi ottime.
Per quanto riguarda il Palio, voglio sottolineare come il successo di
questa iniziativa, che fa arrivare a Montepulciano e nelle nostre cantine
decine di migliaia di turisti, sia da ritrovare soprattutto nel forte
spirito di collaborazione tra il Consorzio, il magistrato delle Contrade
e tutte le istituzioni locali, sinergia che dimostra ancora una volta
l’importanza di fare sistema sempre, soprattutto in una realtà
come quella di Montepulciano. Possiamo fare tutta la promozione che vogliamo
in giro per il mondo, ma la migliore campagna pubblicitaria la si fa quando
i turisti arrivano qui nel nostro territorio, quando facciamo conoscere
direttamente la nostra civiltà, la nostra storia, il nostro stile
di vita, la nostra cucina, anche la nostra passione per il Palio. Tutti
eventi che poi finiscono a tavola, dove non siamo secondi a nessuno. è
questo il miglior spot per il nostro Nobile. Per questo sosteniamo ogni
anno, tra le altre iniziative, “A Tavola con il Nobile”, una
sfida gastronomica in cui si impegnano tutte le otto contrade.
Collaborazione con l’ente locale
che darà presto al consorzio e alla sua enoteca una nuova sede
prestigiosa come quella della Fortezza di Montepulciano.
Sono in corso i lavori di ristrutturazione
della Fortezza. La prima parte dei lavori sarà consegnata nel 2011,
tutta una serie di sale espositive su tre piani. Entro il 2013 sarà
pronto anche il secondo lotto con la sede dei nostri uffici e la nostra
Enoteca. Certamente tutto il nostro lavoro di promozione ne guadagnerà
moltissimo, perché avremo spazi polivalenti più ampi e godibilissimi,
soprattutto potremo lavorare in sintonia con le altre associazioni per
iniziative di vario genere che potranno far arrivare in Fortezza migliaia
di visitatori, tutti potenziali degustatori e compratori dei nostri vini.
Previsioni buone per la vendemmia 2010, dunque, ma come la mettiamo
con le giacenze dichiarate in tante zone di produzione italiane?
Noi
non abbiamo giacenze enormi. Nel primo semestre 2010 abbiamo venduto più
fascette del Consorzio rispetto al 2009, addirittura un +20%. Chiuderemo
il 2010 con il segno positivo, penso intorno al 10%. Anche da noi la crisi
economica generale si è comunque fatta sentire, nel senso che un
10-15% della produzione è passato dall’imbottigliato allo
sfuso. Attenzione, questo non vuol dire che il Nobile sia stato svenduto,
come è successo per altri vini anche prestigiosi. Ha mantenuto
un prezzo vicino ai valori di produzione, anche se a imbottigliarlo sono
stati altri. Anche il vino imbottigliato dagli stessi produttori non ha
sofferto più di tanto, perché molte aziende producono bene
da anni e ad un prezzo che il consumatore trova interessante. Ha sofferto
un po’ chi ha un prezzo più alto. Se mai il problema è
che – come avviene un po’ in tutta Italia – la produzione
è molto frammentata, perché nascono nuovi imbottigliatori.
In Italia c’è forse troppo prodotto ma anche troppi produttori
Per quanto riguarda l’esportazione, i dati del consorzio indicano
che il 68% della produzione va all’estero, soprattutto Germania,
Stati Uniti e Svizzera.
Piano piano ma costantemente aumenta la quota dell’export.
Il prossimo obiettivo sarà il mercato orientale, Cina e Giappone.
In novembre saremo a tenere wine tasting a Shangai, Tokyo e Hong Kong.
Mercati molto difficili ancora per il vino, ma ci proviamo. Certo non
andiamo da soli, ma con altri colossi italiani come il Chianti Classico
e il Brunello. Ci presentiamo come i The Three Tuscan Masters”,
i tre maestri toscani. è indispensabile il gioco di squadra: dobbiamo
ricompattarci a livello promozionale e commerciale sotto il made in Italy
e il forte appeal che sta avendo la dieta mediterranea. Attraverso i nostri
piatti arriveremo a proporre il nostro vino. Un altro mercato nel quale
io credo molto è quello dell’Est Europa, della Russia. I
russi sono abituati a bere e farli passare dalla vodka al buon vino non
dovrebbe essere così difficile.
Recentemente avete fatto modifiche al disciplinare di produzione del
vino Nobile. Quali le principali?
In sintesi, gli adeguamenti del disciplinare di produzione del Vino
Nobile di Montepulciano riguardano diversi aspetti, a partire dal ridimensionamento
del ruolo del Canaiolo in quanto non risulta il vitigno di riferimento
per la produzione del Nobile. Limitato a un massimo del 5% l’uso
delle uve bianche per il Nobile, ormai una pratica da tempo abbandonata
per la produzione dei rossi locali, ma necessaria per la produzione del
prezioso Vin Santo di Montepulciano. Resta invariata la percentuale minima
di Sangiovese (che nel primo disciplinare degli anni Cinquanta era previsto
tra il 50 e il 70%), con un minimo del 70% fino a un massimo del 100%.
Sono semplificate inoltre le norme che disciplinano l’utilizzo di
vitigni complementari (max. 30%), lasciando così maggiore flessibilità
ai produttori negli anni a venire.
Ma non si rischia di perdere d’identità?
La convinzione del Consorzio è che a connotare il vino a Montepulciano
debbano essere sempre più il territorio, la serietà dei
produttori e la trasparenza verso la clientela. Mantenere il nuovo disciplinare
nell’alveo dei disciplinari storici di Montepulciano resta uno dei
punti di partenza di questo lavoro di modifica, insieme al preservato
concetto di qualità e territorialità che deve continuare
ad essere il valore aggiunto del nostro vino. L’identità
di Montepulciano si riconoscerà sempre più da quel che sarà
nelle vigne e nelle bottiglie di Vino Nobile, senza perciò inseguire
le variabili tendenze del mercato.
di Roberto Vitali - “Il Corriere
Vinicolo” n. 36-37/2010
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