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AZIENDE
E PRODOTTI
“Adotta una pecora...”
Così
invitano Roberto e Agata dell’Agriturismo Vallenostra a Mongiardino
Ligure (AL), e così inizia la storia di “Adotta una pecora”
che ogni anno ripete la tradizionale adozione simbolica ricevendone in
cambio un “cesto qualità” che oltre a contenere il
prezioso Montébore vanta altri prodotti della tradizione contadina.
Prezioso scrigno di quei sapori genuini, di un tempo, raccoglie i ricordi
della terra, quelli che abbiamo rischiato di smarrire per sempre, legati
all’agricoltura e ai pascoli, all’abbandono di quei territori
che sempre più vanno spopolandosi.
Siamo in Piemonte, nella provincia di Alessandria e precisamente in Valle
Borbera, sulle colline dove la memoria ci riporta alla mente Fausto Coppi
e Costante Girardengo che in queste zone vivevano e si allenavano.
La natura e l’ambiente sono tra i più belli e incontaminati.
Le anse del fiume che scorre tra profonde gole, orridi e aridi calanchi
grigi, dirupi e agglomerazioni che rendono il paesaggio simile ad una
desolata landa surreale, e poi d’improvviso dinanzi agli occhi appaiono
boschi selvaggi dove è facile incontrare daini, caprioli, ma anche
cinghiali e cervi.
L’azzurro del cielo si confonde con il grigio delle rocce dalle
inconsuete formazioni geologiche quasi lunari e le case di pietra disperse
in un paesaggio incontaminato.
Le chiese, simili a piccoli gioielli racchiusi nel tempo, dominano le
case con i loro campanili e qui e là torri e ruderi di castelli
e antichi palazzi, a ricordare di un passato di sfarzi di corte, di nobili
cavalieri e di ricchi mercanti.
Tra i percorsi non mancano quelli tematici dell’Associazione Natura
Nuova per gli appassionati di escursioni alla scoperta dei minerali e
della formazione storica della valle.
Interessanti quelle alla scoperta dei vecchi “abeghi”, o le
passeggiate lungo i sentieri della via del sale per raggiungere il Castello
della Pietra, l’imponente maniero incastonato nella roccia, misterioso
quanto la sua strana e inconsueta collocazione...
E i sentieri della natura alla scoperta della flora, della fauna, o alla
ricerca delle orme del lupo.
Chi
vuole... camminare nel letto di un fiume, tra pareti che si ergono tutt’attorno,
o affrontare una discesa in canoa nelle calme e basse acque del torrente
color smeraldo, non deve fare altro che seguire i miei itinerari... Info:
Natura Nuova Associazione Naturalistica, Via Provinciale, 63-15060 Borghetto
di Borbera (AL).
La riserva di caccia dei Garrone, in Valle Spinti, offre ottimi punti
di postazione per avvistare la fauna selvatica anche di giorno: lepri,
cinghiali, daini e caprioli si incontrano facilmente. Osservateli, fotografateli,
emozionatevi davanti alla loro bellezza, alla loro libertà, ma
nel rispetto della natura e... possibilmente non fatene stupidi trofei
o souvenir nel piatto...
E guidate con calma... loro non sanno attraversare sulle strisce pedonali!
Anche il cibo qui è “emozione”, un connubio di sapori:
è la celebrazione e l’esaltazione delle tradizioni antiche
che si uniscono in simbiosi con la natura, il paesaggio e la storia delle
sue genti.
Siamo in una di quelle strade che un tempo erano i sentieri della fede
e del commercio, le antiche strade delle “Vie del sale”, luoghi
di scambi commerciali che hanno intergrato la cucina locale con quella
di altri luoghi, altre culture, originando piatti a base di prodotti di
altre regioni: come quelle a base di acciughe, sale, spezie, erbe e sapori
tipici delle zone marine tra cui origano, timo, pinoli, olio.
Le piccole castagne forniscono il materiale per favolosi piatti, come
le “Trofie di castagne in salsa di noci”: le trofie sono un
piatto tipicamente ligure, condito con il pesto genovese la cui base è
il basilico, prodotto usato nel genovese e che qui vengono delicatamente
adagiate in un prodotto montano: la castagna.
Da una varietà particolare di fagiolo bianco di Spagna detto fagiolana
di Figino, dalla pasta saporitissima e la pelle morbida, nascono ottimi
fagioli per insalate e minestre. Vengono coltivati come un tempo, con
la tecnica detta delle carasse, ovvero due rustici pali di legno legati
a coppia su cui si arrampicano le pianticelle.
Le “mele carle”, raccolte a fine maturazione e usate come
dessert per torte e creme, dal gusto delizioso ma poco zuccherine.
Il salame Nobile del Giarolo, a grana grande, dal gusto delicato e dal
particolare impasto preparato con l’aggiunta di aglio, sale, vino
rosso e pepe nero.
Il vitigno locale è il Timorasso, vino bianco, autoctono, pregiato,
di alta gradazione, citato anche sulla guida Veronelli dei migliori vini
d’Italia.
I formaggi sono tradizionalmente ricavati dal latte della capra di razza
Camosciata delle Alpi, e tra questi troviamo il Montèbore (misto
vacca e ovini), raro e pregiato, storico e... misterioso, tanto che, tra
storia e leggenda, lega la sua esistenza a Leonardo da Vinci e Monna Lisa!
Tutelato da un rigoroso disciplinare, per molti anni è stato considerato
il formaggio più raro del mondo. Prodotto nella versione originale
esclusivamente nel caseificio di Mongiardino Ligure, si è proposto
agli appassionati gourmet, riservando loro un prodotto a produzione limitata,
un formaggio che molti definiscono “unico al mondo”.
Nascita, vita, successo e declino del Montébore non hanno però
segnato la sua fine in questa valle dai profumi intensi, gli stessi di
cui si nutrono gli animali al pascolo e che determinano i sapori del latte
che produrranno e verrà trasformato in deliziose forme di formaggio.
Lasciamo
alle nostre spalle secoli di storia medioevale che ne narra la nascita,
la vita e il declino, e giungiamo in tempi più recenti.
Siamo nel XX secolo, anni più vicini a noi, e questo storico formaggio
raggiunge una produzione che supera i 1.000 chili annui, ma la Seconda
Guerra cambia lo stile di vita degli italiani. La ricostruzione e il progresso
che avanzano, l’industrializzazione e la grande città che
affascina anche il mondo contadino spopolano la montagna, i pascoli e
l’agricoltura, che subiscono un forte calo sino all’abbandono.
Il Montébore viene dimenticato, lentamente muore anche l’ultimo
ricordo della sua esistenza passata e in poco tempo viene cancellata una
storia lunga secoli... forse millenni!
Dimenticare non basta a cancellare il ricordo e qualcuno cerca chi potrebbe
parlargli di questo misterioso formaggio: e lo rintraccia! Lei è
Carolina Bracco, l’ultima depositaria dei segreti caseari, della
tecnica e delle antiche tradizioni per produrlo.
Recupera la sua storia, la tecnica di produzione e ridà vita a
questo formaggio pressoché estinto. In seguito proseguiranno il
lavoro Roberto Grattone e Agata Marchesotti, del caseificio e agriturismo
Vallenostra - Loc. Cascina Valle, 1 - Mongiardino Ligure (Alessandria)
www.vallenostra.it,
sotto le ali protettrici del Presidio di Slow Food.
Prove, riprove, tentativi, studi, e finalmente nel 1999 nascono timidamente
le prime... sette forme di Montébore che vengono presentate a “Cheese”,
il salone internazionale dei formaggi, a Bra (CN). L’esiguo numero
di formaggi presentati, la sua “storia antica e quella nuova”,
lo rendono ancora più raro e suscitano la curiosità della
stampa internazionale: inizia la salita verso la rinascita e la sua fama
varcherà ben presto gli oceani!
Il Montébore può essere considerato “da tutto pasto”.
Stuzzicante con le marmellate, il miele di castagno, il peperoncino, e
la tipica cugnà (mosto di uva cotto, con noci, nocciole, mandorle,
fichi, e mela cotogna).
Come secondo è ottimo negli sformati, su cardi, zucchini e carciofi
e come “fonduta” sugli involtini di carne e verdure.
Stagionato si accompagna a gnocchi, agnolotti e riso.
L’azienda che ci ospita produce formaggi e in primo luogo il Montébore,
ma anche la Mollanina, Mongiardina, Rué, Borberine, Cadetto; il
vino bianco da vitigno Timorasso, il Ciliegiolo e il rosso da uve Pinot
nero; i salumi sono di loro produzione e vengono prodotti con le carni
di maiale di Cinta Senese allevato allo stato brado; le fagiolane della
Val Borbera, e le mele Carle .
Con questi prodotti genuini le cuoche Agata e Alessandra abbinano ricette
tradizionali alla loro fantasia e creatività per “emozionare
chi decide di venirci a trovare fin quassù” affermano.
Il Montébore
è stato anche presente al salone Internazionale del Gusto e Terra
Madre di Torino. E’ uno dei presidi di Slow Food, e fa parte di
Terra Madre che comprende i produttori di prodotti rari provenienti da
tutto il mondo. Il caseificio ha anche ospitato gli studenti del "Culinary
Institute of America" (New York, USA) per una degustazione e lezioni
sul Montébore, sulle tracce di Leonardo da Vinci, fra storia e
cucina.
E’ una giornata speciale, a contatto con la natura, alla scoperta
del raro e pregiato formaggio… della Gioconda per svelare il segreto
che lo lega a questa enigmatica figura sorseggiando un calice di Timorasso.
Accarezzare gli asinelli, vedere le mucche da latte “le brune tortonesi”,
stringere tra le braccia una pecorella e scoprire tutto dei nostri teneri
amici a quattro zampe visitando le stalle e i pascoli in cui vivono tra
la quiete della natura incontaminata, in uno dei territori fuori dalle
rotte turistiche e ancora tutto da scoprire.
Ed ecco creata la mia giornata speciale in cui si celebrerà il
matrimonio tra il Gelato e il Montébore e si “degusterà”
il battesimo del neonato “Gelato al Montébore”, che
nascerà dalle abili mani dell’esperto chef gelatiere Luigi
Pero, che trasformerà il prelibato formaggio in delizioso gelato.
Pasticceria, gelateria e caffetteria “Al Mangia e Bevi”, Piazza
Piacentino 7 - Rocchetta Tanaro (AT) www.almangiaebevi.it
Chissà? Con un evento così, all’alzare dei calici
per brindare al neonato, tutto può accadere, anche di scoprire
chi è la vera Monna Lisa!
Il programma prevede una colazione a base di focaccia, salumi e vino Timorasso,
l’incontro… ravvicinato con le pecore visitando la stalla
di Grondona, la visita al Caseificio per vedere come avviene la preparazione
del formaggio e il pranzo presso l’annesso agriturismo, dove la
fantasia di Agata creerà sublimi piatti, di quelli in cui ti rammarichi
di non avere baffi... per quella frase “da leccarseli”.
La fisarmonica ci accompagnerà deliziando l’animo in una
mescolanza di suoni melodiosi della natura e quelli armoniosi delle musiche
che ritemprano lo spirito riportandoci alla memoria quel motivetto che
fa “taratatà, du dudu dum”… e di cui non ricordiamo
titolo e parole, trasformandolo in un “tormentone”... ma che
ci riporta alla mente momenti belli e tanti ricordi! Il fisarmonicista
è gentile, simpatico, instancabile e disponibile a “gettonarci
le richieste musicali”: è... da portarselo a casa come souvenir
musicale al posto del juke box e dello stereo! Ma per carità non
fatelo... lasciatelo per le prossime occasioni in cui torneremo in quel
luogo di delizie.
Vivere una giornata immersi nei colori della natura rimanendo a stretto
contatto con quanto ci circonda, osservare gli animali al pascolo, sentire
sulla pelle la brezza godendo del fresco montano, passeggiare in mezzo
alla natura incontaminata tra torrenti che hanno scavato la roccia modellandola
sino a trasformare il paesaggio rendendolo ineguagliabile, o incontrare
daini, caprioli e cervi, scoiattoli e altri animali… liberi: tutto
questo e altro ancora è la festa dedicata alla pecora produttrice
del “latte da... Montébore”.
Non mancheranno nuovi incontri e nuove amicizie, ma prima di tutto conosceremo
i gelati di Luigi, i formaggi di Roberto e la cucina di Agata, gli artefici
di tutto questo paese di “bengodi”… targato Montébore
e per una “domenica speciale”: un’anteprima con il “Gelato
al Montébore”.
L’idea è nata dalla mia voglia di qualcosa di strano da abbinare
a uno dei formaggi più rari, qualcosa che fosse delizioso al palato
e contemporaneamente incuriosisse.
Sapevo che tutto si può tramutare in gelato, quindi anche il formaggio
Montébore e sapevo che Luigi avrebbe trovato la giusta mescolanza
di sapori. Sapevo che era uno chef gelatiere in gamba, con tanta passione,
disposto ad ogni “esperimento”, anche il più ardito,
pieno di idee innovative, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da
proporre alla sua affezionata clientela.
Tutto questo era, ed è, Luigi!
Luigi, come un mago ha saputo dosare, mescolare perfettamente il Montébore
ad altri sapori, come il mosto cotto, le nocciole, il miele e altri ingredienti
che ha mantenuto segreti, proprio come segreto è il formaggio di
Leonardo da Vinci! Il risultato è stato un gelato senza l’eccessivo
sapore dei formaggi misto caprino. Non nauseante, nessun sapore eccedeva
sull’altro, tutto era perfettamente amalgamato in un delizioso gelato
delicato.
Nasceva così il “Gelato al Montebore”.
E l’adozione delle pecore?
Nessuna paura di dovere dormire con una pecora sotto il letto, ritrovarvela
nella vasca da bagno o intenta a divorare i fiori sul balcone o nel vostro
giardino: adottata, ma la simpatica bestiola continuerà a foraggiarsi
nei verdi pascoli della Valle Borbera e a produrre latte per fare il Montébore,
con le altre pecore…
di Alexander Màscàl
foto Matteo Saraggi
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