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AZIENDE
E PRODOTTI
Effervescenti bollicine, consumi di fine anno
Last minute, vincono i consumi domestici e i regali. Un calice di
bollicine per fare amicizia lontano dai socialnetwork. Ma sempre “con
gusto e misura”
Fine d’anno 2010 all’insegna dei vini effervescenti italiani.
Stimato in Italia un consumo di 97 milioni di bottiglie di produzione
nazionale (circa 4 milioni di bottiglie importate), per una spesa complessiva
prevista di 720 milioni di Euro. Ben 60 milioni stappate nella sola notte
di Capodanno. Stabile rispetto al 2009. All’estero nei giorni di
feste di fine-anno volano 150 milioni di tappi (+10% rispetto al 2009)
su un totale di 226 milioni di bottiglie esportate. Per il 98% saranno
vini “ spumeggianti” ottenuti con il metodo italiano di produzione.
“Emozioni e voglia di stare bene con gli amici – dice
Giampietro Comolli, che da 20 anni monitorizza – www.ovse.org -
i consumi delle bollicine italiane – sono le motivazioni d’acquisto
di una bottiglia di bollicine. Nel mondo si consumano 2,6 miliardi di
bottiglie di spumanti l’anno e l’Italia con 226 milioni di
bottiglie è diventato il primo esportatore al mondo ”.
Ancora importanti i consumi nazionali concentrati nei 25 giorni a cavallo
fra le festività di dicembre e gennaio. Si stappano quasi il 68%
di quelli consumati nell’intero anno. Negli ultimi tre anni sono
stabili i consumi durante le feste di fine anno in Italia. In dieci anni
(2000-2010), invece, sono cresciuti del 100% quelli durante gli altri
mesi dell’anno (da 25 a oltre 50 milioni di bottiglie consumate)
Così incrementando la destagionalizzazione dei consumi nazionali.
I vari sondaggi – www.ovse.org - segnalano anche quest’anno
una voglia di bollicine per augurarsi sotto il vischio un 2011 migliore,
di lavoro, di stabilità e di certezze. Leggermente meno rispetto
a fine anno 2009, ma le stime possono essere smentite perché sono
in corso gli ultimi acquisti. Vincerà il last minute e gli scaffali
di enoteche e Gdo si svuoteranno, stanno crescendo negli ultimi giorni
gli acquisti in Gdo (+6%).
Piace sempre di più il regalo di una bottiglia di bollicine: meno
cesti (un ulteriore -10% oltre al calo già registrato nel 2009),
ma più monoconfezione di bollicine rigorosamente made in Italy
(+5%).
Si conferma un calo di bottiglie stappate nei ristoranti e ai cenoni,
causa la riduzione delle prenotazioni, scende il consumo fuori casa a
tavola (-4%). In crescita gli happy hours e la mescita ai winebar: dalle
19 alle 23 crescono i locali che propongono bollicine e stuzzichini caldi
e corposi. Principali consumatori fuori casa e fuori pasto, i giovani
fra i 18 e i 35 anni: un calice di bollicine, per socializzare e fare
amicizia. Secondo gli intervistati, con “gusto e misura”,
meglio delle conoscenze interattive!!
Il 65% dei consumatori abituali dichiara che negli ultimi tre anni hanno
aumentato i consumi di bollicine soprattutto a tavola, non solo a feste
e ricorrenze quindi puntando sulla destagionalizzazione e con abbinamenti
liberi a tavola. Le tipologie brut (secco) e il dry(aromatico) coprono
oltre il 70% dei brindisi di fine anno, cioè 42 milioni di bottiglie.
Aumenta sempre più la riconoscibilità del valore e della
qualità del prodotto nazionale a scapito delle importazioni. Per
fine anno sono previsti che voleranno solo 3,7 milioni di tappi di Champagne
(erano 3,9 nel 2009, 4,5 nel 2008 e 5,1 nel 2007).
“Il mercato mondiale - sostiene Comolli - riconosce una qualità
e un valore più alto del passato per le bollicine italiane. Il
marchio made in Italy a tavola funziona, si sostituiscono altri vini anche
con più storia, perché la leva del prezzo è fondamentale,insieme
alla diffusione, alla reperibilità nei punti vendita, etichette
chiare e una tipologia di prodotto più in linea con i gusti
internazionali, di più immediato approccio. Più la destagionalizzazione
cresce, più aumentano i consumi”.
Osservatorio Economico Vini Effervescenti
Giampietro Comolli
www.ovse.org
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