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AZIENDE E PRODOTTI
Vitigni Vulcanici: il caso Nerello
Mascalese
E’ il titolo del convegno che si terrà venerdì
24 luglio alle ore 18 a Giarre (CT). Questo momento d’incontro ha
come suo focus il Vulcano Etna, con un convegno tecnico cui sono invitati
relatori di primissimo piano chiamati a portare significative testimonianze
sull’origine e la natura dei suoli vulcanici insieme agli esempi
vitivinicoli storicamente più significativi...
Il
Nerello Mascalese, vitigno autoctono delle pendici dell'Etna, la cui comparsa
si perde nella notte dei tempi, viene coltivato fra i 350 e i 1000 s.l.m. in
quasi tutta la corona che si articola intorno al cono vulcanico, ma con
particolare intensità nelle sue porzioni nord-orientale e settentrionale.
La struttura degli impianti della vite, originariamente ad alberello,
si è ormai quasi completamente trasformata in spalliera ma non
mancano coltivazioni che mantengono il tradizionale sesto dando luogo
a interessantissime, seppur limitate, produzioni. Il nome del vitigno
è legato al fatto che da secoli viene coltivato nella zona della
storica Contea di Mascali, un vastissimo territorio che, a partire da
alcune donazioni normanne del XII° secolo e fino ai primi dell’‘800,
comprendeva, oltre all’attuale comune di Mascali, parte
dell’Acese, gran parte delle falde orientali e nord–orientali
del Vulcano e persino molte plaghe del messinese. I vescovi-conti ivi
infeudati, incentivarono sempre il disboscamento favorendo, con interessanti
concessioni enfiteutiche, ogni forma di coltivazione e, in particolar
modo, quella di una cultivar di vite che aveva mostrato di gradire questo
habitat composto in prevalenza da rocce e sabbie vulcaniche. I vini prodotti
ottenuti dalla vinificazione di questo vitigno hanno, come altri vitigni
di grande schiatta (nebbiolo, pinot nero), una grande variabilità
a seconda della zona di coltivazione – non va dimenticato che nei
secoli gli sconvolgimenti dovuti alle frequentissime colate laviche sono
stati continui – e a seconda anche delle condizioni climatiche che,
specialmente ad alta quota, dipendono moltissimo dai capricci della Montagna.
Grazie a questa sua curiosa fisiologia e alle sue particolarità
organolettiche che ne fanno un prodotto assolutamente unico nel parco
enologico nazionale, il Nerello Mascalese sta mostrando da qualche anno
un forte appeal nei confronti degli amatori e di conseguenza tutta questa
straordinaria zona dell’ Etna è in fermento, richiamando
aziende di chiara fama con notevoli investimenti territoriali e produttivi.
Il convegno si terrà presso la sala conferenze dell’Etna
Hotel/Il Borgo Antico, via Giarre-Nunziata 10 a Giarre (CT) alle ore 18.
IL PROGRAMMA
Apertura dei lavori:
- Orazio Pellegrino, Assessore alle Poltiche Agricole e Forestali Provincia
Regionale di Catania
- Moderatore:
Carlo Ravanello, Giornalista e Responsabile ASA per Sicilia e Sardegna
Interverranno
- Attilio Scienza, Ordinario Facoltà di Agraria all’Università
di Milano
- Aldo Lorenzoni, Direttore Consorzio di Tutela Soave DOCG
- Giuseppe Mannino, Presidente Consorzio di Tutela Etna DOC
- Giovanni Ponchia, Tecnico vitivinicolo Consorzi Soave
- Salvatore Scilio, Produttore Etneo Doc Etna
- Pietro Leccia, Funzionario Unione Italiana Vini
- Giuseppe Gelmina, Funzionario Parco dell’Etna
Trarrà le conclusioni finali e chiuderà
i lavori l’On. Giuseppe Castiglione, Presidente della Provincia
Regionale di Catania.
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