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AZIENDE E PRODOTTI
Suini, listini in ripresa
«Il 2009 sarà un’annata positiva per gli allevatori»,
assicura in vista di Eurocarne (21-24 maggio a Veronafiere) il presidente
degli allevatori nella commissione del Mercato unico nazionale istituita
dal ministro per le Politiche agricole Luca Zaia. Dopo un 2008 a due velocità
per i listini dei suini grassi da macello, arriveranno quotazioni più
euforiche. «Merito della diminuzione del numero dei capi in tutta
l’Unione europea e della diminuzione dei consumi di carne rossa
bovina, che favorirà la richieste di pollame e carne fresca suina»,
secondo Kees de Roest del Centro ricerche produzioni animali di Reggio
Emilia. «Serve comunque un Osservatorio per la suinicoltura, magari
a Mantova, nel cuore della produzione e della lavorazione italiana. E
mi auguro che la provincia lombarda diventi la sede del Mercato unico
nazionale», ammonisce Ronconi.
«Fino a metà febbraio il mercato suinicolo dovrebbe mantenersi
stazionario. Poi le quotazioni dovrebbero riprendere quota. Il 2009, salvo
sorprese alle quali peraltro il mondo agricolo negli ultimi anni è
abituato, sarà un’annata positiva per gli allevatori».
È questa la sintesi per Eurocarne - il Salone internazionale delle
tecnologie per la lavorazione, conservazione, refrigerazione e distribuzione
delle carni in programma a Veronafiere dal 21 al 24 maggio di quest’anno,
organizzato in collaborazione con Ipack-Ima Spa - sulle previsioni future
del mercato dei suini di Francesco Ronconi di Marmirolo (Mantova), titolare
di una delle aziende zootecniche più importanti in Italia e neopresidente
nella commissione del Mercato unico nazionale di Reggio Emilia per la
parte allevatoriale. Ronconi parte da un fattore in grado di dare una
svolta verso la ripresa delle quotazioni: la riduzione del numero di scrofe,
e dunque di suini, in tutta Europa. «Vi sono stati cali importanti
nella produzione di animali – spiega – in Polonia, Danimarca,
Ungheria, Olanda e nella stessa Italia, anche se in misura inferiore rispetto
ad altri Paesi comunitari».
La diminuzione del numero di suini allevati sarebbe una delle chiavi di
volta per assistere, a partire dalla metà di febbraio, ad una nuova
corsa dei listini, sia sulle carni fresche che sui capi grassi da macello,
destinati alla salumeria di qualità.
A guardare infatti l’andamento delle quotazioni suinicole sul mercato
di Mantova, principale Borsa merci di riferimento nazionale per i grassi
da macello, il 2008 è stato un anno anomalo, con dinamiche per
molti versi inaspettate. Innanzitutto, l’andamento del prezzo dei
cereali, che dopo i picchi raggiunti nei mesi di febbraio, marzo e aprile,
ha invertito sensibilmente la rotta.
Altro fattore non previsto, «almeno in questi termini», specifica
Ronconi, è la rincorsa delle mercuriali suinicole dalla metà
di giugno alla metà di ottobre, quando venne raggiunto (giovedì
16 ottobre, Borsa merci di Mantova, il picco di 1,605 euro il chilogrammo
per la categoria suini grassi 160-180 kg). Nelle settimane successive,
altrettanto inatteso, lo «sboom», con una flessione fino a
1,215 euro del 15 gennaio 2009. In attesa di una nuova risalita. Imprevedibile,
tuttavia, sapere di quanto.
Certamente chi condivide l’analisi di Ronconi è Kees de Roest
del Crpa (Centro ricerche produzioni animali) di Reggio Emilia. «Il
calo notevole del parco suinicolo europeo – dichiara de Roest –
innescherà un’accelerazione delle quotazioni, ma non sarà
l’unico fattore a determinare la ripresa» De Roest infatti
intravede nel calo dei consumi di carne rossa di origine bovina un’ulteriore
causa dei rimbalzi dei listini futuri. «Normalmente un calo nei
consumi di carne bovina comporta la crescita principalmente dei consumi
di carne avicola – spiega – ma a livello comunitario si prevede
che anche il maiale, soprattutto le bracioline e la carne fresca, sarà
altrettanto richiesta, provocando un effetto trainante dei prezzi del
suino». Ovviamente, le previsioni di crescita del mercato suinicolo
potrebbero ridimensionarsi lievemente se i consumi alimentari subiranno
una battuta d’arresto, ma al momento i temuti crolli al banco della
spesa non si sono verificati.
Nel bilancio 2008 per i suinicoltori, nelle prossime settimane de Roest
calcolerà anche i costi di produzione per chilogrammo di carne
suina, una discriminante per nulla secondaria nella lettura dei bilanci
delle aziende zootecniche. «La sensazione è che si sia verificato
un aumento dei costi di produzione – preconizza l’esperto
del Crpa – rispetto al 2007, nonostante la flessione nel secondo
semestre dei prezzi dei cereali. La forte discesa dei costi delle materie
prime non sempre automaticamente si ripercuote tal quale sulla razione
alimentare».
Dati, quelli che elaborerà il centro di Reggio Emilia, attesi dagli
allevatori suinicoli. «Costituiranno un bacino di informazione notevole
nella determinazione dei prezzi sul Mercato unico nazionale – interviene
Ronconi – accanto ai numeri legati alle produzioni e alle macellazioni.
Quello che è necessario è creare un vero e proprio Osservatorio
sulla suinicoltura nazionale. Un progetto già avviato, che dovrebbe
avere sede a Mantova, ma che al momento è in stallo. Ci auguriamo
possa concretizzarsi presto, soprattutto quando terminerà la fase
sperimentale del Mercato unico nazionale e, anziché indicare i
trend di mercato per la settimana successiva, bisognerà invece
stabilire un prezzo vero e proprio».
Sulla sede dell’Osservatorio per la suinicoltura, Ronconi scaccia
fantasmi campanilistici. «Nessuna difesa pregiudiziale della mia
provincia – conclude – ma a Mantova c’è il cuore
della produzione suinicola nazionale per numero di capi allevati e i principali
macelli italiani, soprattutto per la lavorazione delle cosce in prosciutti
crudi Dop, si trovano da noi. Anzi, proporrò che lo stesso Mercato
unico nazionale, se vi sarà come sembra il medesimo intendimento
degli industriali, si trasferisca da Reggio Emilia a Mantova. Non per
questioni di rivalità, assolutamente, ma come detto proprio per
la centralità della filiera suinicola nella nostra provincia».
E-mail: pressoffice@veronafiere.it
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