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AZIENDE
E PRODOTTI
Nelle montagne del Sannio tra Molise e Campania nasce il Latte nobile.
Un disciplinare rigoroso 100% alimentazione
aziendale, prati polifiti, max 5000 kg di latte per vacca per lattazione,
16 piccole aziende. E' il riscatto della Campania rurale e montana
E'ora di andare oltre al latte di
'Alta qualità' prodotto con mangimi e insilati da vacche stressate
superproduttive. Un latte salutare può venire solo da vacche alimentate
in modo naturale senza stress e superproduzioni dall'appennino campano
un'esperienza pilota seguita da ANFOSC che merita di essere conosciuta
e diffusa.
E’ stato presentato presso l'ospedale Santobono di Napoli il progetto
Latte nobile dell'appennino campano. Il progetto si avvale dell'assistenza
tecnica dell'Anfosc e del supporto economico della Regione Campania. Un
nucleo di piccole aziende di montagna per sviluppare una grande idea
Il progetto Latte nobile non nasce con centinaia di aziende ma con un
nucleo omogeneo di 16 piccole aziende sannite (il Sannio è l'area
montuosa tra la Campania e il Molise). Niente 'carrozzoni' dove le buone
intenzioni si annacquano ben presto per le solite pressioni clientelari e
gli opportunismi, dove i 'piccoli' sono presto fagocitati dagli interessi
dei 'grossi' o dalle strutture 'a valle'. Una buona premessa questa che
si affianca ad un'altra condizione favorevole: l'affidamento da parte
della Regione Campania della parte tecnica del progetto all'ANFOSC l'associazione
che con rigore in Italia (anche attraverso la rivista CASEUS) sostiene
da anni le ragioni della qualità del latte e dei formaggi, denunciando
le conseguenze negative della logica quantitativa, produttivista,
industrialista che domina il comparto zoo-caseario.
Regole rigorose
I 'paletti' posti alle aziende che vogliono entrare a far parte dello
schema di produzione del Latte nobile sono molto espliciti e rigorosi:
- sono escluse le grosse stalle che non possono assicurare quelle
cure 'personalizzate' agli animali, alla raccolta e conservazione dei
foraggi necessarie per ottenere gli obiettivi qualitativi del progetto;
- viene fissato il limite produttivo di 5.000 kg di latte per vacca e
per lattazione;
l'alimentazione delle bovine deve essere al 100% di origine aziendale;
i foraggi devono rappresentare il 70% della razione ed essere costituiti
da più essenze foraggere con presenza di leguminose;
- la quantità di azoto apportate ai terreni non deve superare 50
unità.
Tanto di cappello viene da dire.
Un latte salutare per promuovere la salute del consumatore e del
territorio
Il latte verrà posto in vendita in bottiglie di vetro al prezzo
di 2 €/l. La distribuzione riguarderà prevalentemente gli
ospedali e quindi le mense scolastiche e i centri benessere. L'ospedale
Santobono ha già previsto una fornitura per assicurarne il consumo
ai pazienti pediatrici.
Anche il territorio sannita avrà, però, delle conseguenze
salutari perché l'operazione contribuirà a tutelare e valorizzare
degli ambiti di montagna dove non vi è una vocazione agricola
(esclusa la foraggicoltura) e dove una zootecnia poco intensiva è
garanzia di salvaguardia del reddito e dell'integrità
del paesaggio.
Nell'augurarci che l'esperienza appenninica si consolidi e si sviluppi,
Anfosc, insieme a Ruralpini ritiene che anche sulle Alpi e l'Appennino
settentrionale vi siano grandi possibilità di affermare uno schema
simile. Il vantaggio di un progetto di questo tipo consiste nel fornire
supporti ai singoli produttori che, non sono pochi, stanno maturando anche
nel Nord Italia la convinzione della necessità di intraprendere
una strada 'alternativa' alla zootecnia intensiva che si è voluta
imporre persino nelle località alpine.
Per approfondimenti
Ruralpini
http://www.ruralpini.it/Inforegioni02.12.09bis.htm
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