AZIENDE E PRODOTTI

I numeri delle bollicine nel 2008
Cresce l’export in volumi (+ 15,38%) e valori (+ 19,20%) in 70 paesi. Consumo nazionale stabile. L’Italia 3° paese produttore al mondo e 2° esportatore. Vince la ricchezza varietale e patrimoniale verso un consumatore moderno, giovane che vuole emozionarsi spesso. Spumante sempre più aperitivo italiano.

Il 5° Rapporto Economico sui Consumi e Mercati 2009 dei vini spumeggianti è stato presentato al Bubble Wine Tasting a Roma lunedì 26 ottobre all’ Hotel Rome Cavalieri. 100 bollicine super, prodotte con il metodo classico e il metodo italiano, sono proposte in degustazione ai Wine Lovers nella sede Ais-Bibenda di Roma dalle 16,30 alle 21,00. Ministero Politiche Agricole e Ismea illustrano i dati del Rapporto con le introduzioni di ICE, UNIONCAMERE E UNICREDIT GROUP. Distribuite 328,485 milioni di bottiglie, un + 8,84% fra consumi nazionali e resto del Mondo rispetto al 2007. In 10 anni (nel 1998 erano 221 milioni) si riscontra un incremento del 33%. In particolare:
- 304,795 milioni di bottiglie con il metodo italiano (pari al 92,78% del totale),
- 23,690 milioni di bottiglie con il metodo classico (pari al 7,22% del totale).
All’estero sono state spedite 172,885 milioni di bottiglie, cioè con un incremento del 15,38% rispetto al 2007 e per la prima volta la spedizione di bottiglie all'estero (pari al 52,74%) supera il consumo in Italia. Dopo la Francia con 197 milioni di bottiglie e prima della Spagna con 157 milioni, l’Italia è il secondo paese al mondo per le esportazioni. All’origine il comparto vini spumanti vale 0,945 mld di Euro (media base € 2,88 a bott) e 2,950 mld di Euro al consumo (media base € 8,98 a bott), di cui 1,850 mld sono realizzati all'estero (con un valore della Plv a mezzo miliardo di Euro). Mentre è di 1,1 mld di Euro il giro d'affari nazionale (media di 7 Euro a bott al consumo). All'estero i prezzi più significativi al consumo sono ottenuti sui mercati UK, Usa e Svizzera (rispettivamente media $ 11,50 - £ 12,80 - Chf 9,20 a bott) con una media base di 10,70 Euro a bottiglia. Il settore rappresenta un forte attivo per la bilancia del made in Italy.
“Segno – dice Giampietro Comolli, patron del Forum Spumanti&Bollicine premiato nel 2008 come la migliore manifestazione per valorizzare la multifunzionalità territoriale secondo UniCredit Group - che il mercato mondiale inizia a riconoscere agli spumanti italiani un valore più alto del passato, sono acquisiti nuovi mercati per innamoramento dei consumatori verso un vino semplice e moderno, si diventa competitor di prodotti anche più blasonati perché il mercato mondiale sta ricercando un nuovo rapporto fra valore/ identità, e il marchio <Italia> lo identifica”.
La filiera degli spumanti Docg-Doc conta 278 Denominazioni, 20 Regioni coinvolte, 75 Province e 390 Comuni; 600 aziende viti-vinicole producono almeno una bottiglia; 2360 sono le etichette sul mercato nazionale e mondiale. Veneto, Piemonte e Lombardia sono le regioni più produttive: la Lombardia è leader per le bollicine ottenute con il metodo classico, testa a testa fra Veneto e Piemonte con circa 110-120 milioni di bottiglie prodotte e complessivi 600 milioni di Euro in valore all’origine. All’estero fra le migliori performance in termini di valore e consumi si confermano la Gran Bretagna con un +14% e gli Usa con un + 12%; bene Giappone con +8%; Canada, Svizzera, Austria e Svezia tutti compresi fra +5 e + 3 %; eccezionali i dati provenienti dai paesi emergenti. La Germania conferma la leadership dei volumi. Viceversa in Italia, il Franciacorta e il Trento risultano leaders nei ristoranti, in enoteca e nelle bollicine da regalare. L’Asti si conferma il re incontrastato (80% del totale) dei brindisi alle feste e con i dolci della tradizione. Il 72% del consumo nazionale è ancora stagionale a fine anno (era l’84% nel 1980). Il prezzo risulta essere al primo posto nelle scelte al ristorante; scende al secondo posto negli acquisti per i regali in enoteca, dove la confezione e la marca risultano al vertice della scelta; mentre il costo è all’ultimo posto nelle motivazioni di scelta della mescita a calice che risulta essere in forte crescita (+15%), all’insegna dell’ “aperitivo italiano”.

Giampietro Comolli