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AZIENDE
E PRODOTTI
LA “RISCOSSA” DELLE API ITALIANE
Ottimo avvio per il raccolto di miele
2009. Eccezionale produzione di acacia e agrumi, grande qualitá
per i millefiori. Gli apicoltori italiani si danno appuntamento a Montalcino
per la “Settimana del Miele” (11-13 settembre), una delle
rassegne più importanti del settore Decimate dai pesticidi utilizzati
in agricoltura, messe a dura prova da un inverno particolarmente rigido,
le api italiane non si danno per vinte e partono alla riscossa: ottimo
l’avvio del raccolto di miele nel Belpaese, con ottime produzioni
da Nord a Sud, sia in termini di quantità che di qualità.
In pole position il miele di acacia, uno dei più amati, che fa
registrare produzioni da record, ma sono al top anche i raccolti di miele
di agrumi e di millefiori. Le stime definitive del raccolto 2009 saranno
date in occasione della “Settimana del Miele” di Montalcino
(12-14 settembre), una delle rassegne più importanti del settore,
che nel nostro Paese conta 50.000 apicoltori, con 1,1 milioni di alveari,
per un business di 60 milioni di euro, che arriva a 2,5 miliardi se si
considera il servizio di impollinazione fornito dalle api all’agricoltura.
“L’avvio e primo sviluppo della stagione apistica 2009 rimarranno
nella storia - spiega Francesco Panella, presidente dell’Unione
Nazionale degli Apicoltori Italiani - Le api, uscite stremate da un inverno
freddo come non si ricordava da tempo, hanno dato prova di tutta la loro
potenza e capacità di evoluzione. Magnifica in particolare la raccolta
dell’acacia, che ha donato miele di rara qualità anche nelle
zone meno vocate, dalla Calabria alle Alpi. In particolare nelle terre
di pianura, afflitte da anni dall’utilizzo in agricoltura dei neonicotinoidi
- sostanze killer che provocano una vera e propria ecatombe delle api,
e non solo - la produzione di miele d’acacia è stata quest’anno
eccezionale. Il raccolto del miele di agrumi, se si è mantenuto
nella media in Sicilia, ha registrato risultati record in Calabria, Basilicata
e Puglia. Ovunque sia i mieli più particolari e rari, come rosmarino
ed ericasia i più commercialmente rilevanti come i millefiori,
hanno dato grandi soddisfazioni. Ora - conclude Panella - siamo in attesa
di millefiori estivi, girasole e melata”.
“Ma il bilancio non è tutto rose e fiori - aggiunge Hubert
Ciacci, presidente della “Settimana del Miele” di Montalcino,
che è una delle 42 Città del Miele italiane - basti pensare
che si sono verificati estesi e gravissimi avvelenamenti di apiari nelle
zone agrumicole e fruttifere di Calabria, Basilicata e Puglia. In Sardegna,
invece, le promettenti promesse produttive sono state tradite dai venti
africani che hanno prosciugato buona parte dell’isola proprio nella
fase delle fioriture da melario di primavera: si spera un qualche recupero
sull’eucalipto. La fioritura del castagno delle Prealpi e della
dorsale appenninica ha, invece, tradito con scarso flusso di nettare e
ancor minore emissione di profumatissimo polline. Sotto controllo per
fortuna la varroa, uno dei più temibili parassiti delle api”.
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