Al via il nuovo corso del frutto per eccellenza. Un bollino rinnovato per riconoscere l’IGP
A Bologna, negli storici saloni del Grand Hotel Majestic un evento di valenza nazionale è stato presentato da importanti amministratori pubblici, insigni dirigenti di enti, consorzi e associazioni agricole e da prestigiosi imprenditori del settore ai più qualificati esponenti della comunicazione agroalimentare: svelato alla stampa e al trade il nuovo percorso promozionale del frutto più distintivo dell’Emilia Romagna.
Una nuova immagine, un nuovo progetto e un nuovo corso per la Pera IGP della regione, uno dei prodotti a Indicazione Geografica Protetta di riferimento per l’Italia che, grazie a un progetto di rilancio voluto fortemente dagli aderenti al Consorzio di Tutela, è pronto a entrare nelle case degli italiani con una consapevolezza diversa. La Pera dell’Emilia Romagna IGP si riferisce al frutto allo stato fresco delle seguenti varietà di pero: Abate Fétel, Conference, Decana del Comizio, Kaiser, Max Red Bartlett, Cascade, Passa Crassana, William, Santa Maria e Carmen.
Il sistema di coltivazione e lavorazione delle Pere dell’Emilia-Romagna è il primo al mondo per dimensione e, per la sua eccezionale qualità, nel 1998 è stato il primo frutto della Regione a ricevere il riconoscimento IGP nell’Unione Europea. L’Indicazione Geografica Protetta tutela i produttori delle zone vocate fra Bologna, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Ravenna. In Emilia-Romagna la Pera ha trovato il suo habitat naturale, favorita da eccellenti condizioni climatiche e di terreno. In media il 70% delle pere italiane, infatti, proviene da questa regione: grazie al loro elevato standard qualitativo e di produzione vengono apprezzate in tutto il mondo. La coltivazione delle Pere dell’Emilia-Romagna con il marchio IGP è garantita e controllata in tutte le sue procedure da un disciplinare di produzione dettagliato che consente una produzione nel rispetto dei frutteti, dell’ambiente e della salute del consumatore; ogni fase del processo produttivo viene monitorata da varie strutture di controllo. A partire dal 6 novembre la Pera dell’Emilia Romagna IGP è in commercio con il nuovo bollino di riconoscimento: un restyling studiato per far vivere il logo da solo e, al contempo, adattarlo a operazioni di co-branding con le principali marche di prodotto e/o di gamma della produzione e della distribuzione.
L’introduzione della categoria di qualità “Selezione” nell’ambito della Pera dell’Emilia Romagna IGP prevede alcuni upgrade rispetto al prodotto IGP standard. Tale categoria, infatti, è disciplinata da uno specifico Regolamento adottato dall’Assemblea del Consorzio su proposta del Consiglio di Amministrazione secondo il modello adottato per la stagionatura dai formaggi DOP, Parmigiano Reggiano in testa. La categoria Selezione verrà evidenziata sul prodotto e sulle confezioni tramite una declinazione specifica del nuovo logotipo dell’IGP. Tra i caratteri che contraddistinguono questa selezione vi è la qualità gustativa, ottenuta con un livello zuccherino maggiore: 2 gradi brix in più rispetto alle prescrizioni dell’IGP standard, salvo eccezioni. La durezza, poi, sarà adeguata ad avere un prodotto pastoso mentre – per rendere la “Selezione” identificabile in fase di acquisto – si è scelto un calibro distintivo rispetto a quello di solito usato per l’IGP finora in commercio.
Grazie al progetto avviato dalla Regione e dal Consorzio di Tutela sull’IGP si è assistito ad un incremento del 78% delle aziende con produzione IGP nella campagna 2022. Sono già 700, sulle 4.600 presenti in Emilia-Romagna, le aziende che producono l’IGP, pari al 15% delle imprese, ma in rappresentanza di oltre il 25% della superficie a pero, e controllano, in un’annata di produzione ordinaria, oltre 100.000 tonnellate di Pere, ovvero oltre il 25% della produzione regionale potenziale (era solo il 10% nel 2020). Il progetto di valorizzazione parte ora con la nascita di UNApera, la AOP di valorizzazione nata fra 25 imprese del territorio ai sensi del regolamento UE Omnibus.
Il progetto di rilancio sarà sostenuto da una intensa campagna di comunicazione che prevede un primo flight di due settimane di spot da 15 e 30 secondi sulle principali emittenti televisive Rai, Mediaset e Cairo – a partire dal 6 novembre –, una pianificazione stampa nei mesi di novembre e dicembre su una selezione di quotidiani e riviste consumer di Mondadori, Rcs, Cairo e Manzoni, e una costante e coinvolgente presenza sui canali Facebook e Instagram del Consorzio di Tutela Pera dell’Emilia Romagna IGP, attraverso l’implementazione di un ricco calendario editoriale sulle caratteristiche organolettiche del frutto, curiosità e versatilità delle otto varietà tipiche. A questo farà seguito un secondo flight che verrà programmato all’inizio del nuovo anno per sostenere la parte centrale della campagna commerciale del frutto.
Un po’ di storia: dal Trecento a oggi, l’evoluzione di un frutto. I primi dati storici sulla coltura del pero risalgono agli inizi del Trecento. Il frutto è ben conosciuto e apprezzato in Emilia-Romagna, tanto da essere raffigurato su una tavola del 1420 circa, la Madonna della pera, considerata opera di un anonimo maestro veneto e conservata alla Pinacoteca Comunale di Cesena. Nell’Alto Medioevo l’arboricoltura non appare molto praticata; solo alla fine del Quattrocento gli agronomi cominciano a dedicare seria attenzione a questo comparto produttivo, così che, già a partire dal Seicento, la Romagna e l’Emilia presentavano colli disseminati da frutteti. Ognuna delle otto varietà di Pera dell’Emilia Romagna IGP si distingue per le sue caratteristiche particolari, adatte a ogni gusto. La William, ad esempio, è l’ideale per chi apprezza cocktail e macedonie perché molto succosa e profumata, mentre gli amanti della dolcezza sceglieranno la Max Red Bartlett, per via del suo sapore delicato e aromatico. L’Abate Fétel si caratterizza per una polpa croccante mentre la Decana del Comizio alterna il suo gusto zuccherino con piacevoli punte acidule. Fra le più apprezzate si trova la Conference, soda, succosa e dall’aroma inconfondibile. Sul finire dell’estate viene colta la Santa Maria, dalla polpa bianca e dal sapore fresco e zuccherino, come la Carmen, la più nutriente e golosa. Perfetta per torte e ricette in cucina è la Kaiser, dalla tipica pelle dal color bruno e un gusto deciso. Il sapore è per tutte dolce, a volte aromatico.
L’utilizzo delle pere in cucina è statosapientemente dimostrato nel corso del momento conviviale al termine della conferenza: una colorata sequenza di deliziosi finger food preparati dagli chef del rinomato ristorante dell’albergo con diverse qualità di pera in abbinamento a in abbinamento a carni, formaggi, ortaggi, verdure, frutti e salse ha dimostrato la preziosa versatilità di questo nobile prodotto.
di Franco Mioni – ASA