La leadership mondiale dell’Italia nella produzione di vino biologico conferma che la strada da seguire è quella dell’agricoltura di qualità, apprezzata da un numero sempre maggiore di consumatori – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organisation internationale de la vigne et du vin (Oiv), il nostro Paese registra la maggiore incidenza di vigneti bio a livello mondiale, con il 15% del totale nazionale, seguito da Francia (14%) e Austria (14%). Nel complesso, nel 2019 la superficie certificata mondiale di vino biologico è stimata in 454mila ettari, pari al 6,2% della superficie totale vitata.
Le dinamiche del mercato e i gusti dei consumatori seguono logiche proprie che la politica e le organizzazioni internazionali fanno spesso fatica a recepire – spiega Tiso. Questi numeri rivelano che nel comparto vinicolo il biologico non è più una prospettiva futura, ma una realtà che si sta consolidando anno dopo anno. La trasformazione in atto, del resto, non si ferma al vino ma coinvolge molte altre produzioni.
Mentre l’agricoltura italiana continua a guadagnare prestigio nel mondo, una nota positiva giunge anche dal Parlamento. È stata infatti messa in calendario la discussione della nuova legge sul biologico, che la Camera voterà a novembre. Anche se il recente vertice sui sistemi alimentari dell’Onu non ha fatto registrare novità di rilievo, nel nostro Paese i tempi sono maturi per un cambiamento. In attesa che i negoziati a livello europeo e mondiale producano risultati concreti, possiamo tracciare già da ora la strada che porta a una vera transizione ecologica ed essere da esempio per gli altri Paesi.
Ufficio Stampa Confeuro
Gabriele Carchella