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Il 2025 dovrebbe essere un anno importante per il Settore Agroalimentare sia a livello nazionale sia internazionale. Se da un lato abbiamo potuto assistere a numerosi eventi di rilievo che hanno evidenziato tendenze e promozioni sulle innovazioni e sulla sostenibilità, dall’altro lato abbiamo constatato a un rinnovato fermento tra i piccoli agricoltori, culminato in proteste con l’uso di trattori in diverse nazioni europee. In Francia, ad esempio, il 5 gennaio, convogli di agricoltori si sono diretti verso Parigi per manifestare contro la concorrenza sleale derivante da importazioni estere e l’eccessiva regolamentazione imposta dalle norme comunitarie. L’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il blocco del Mercosur è stato il punto focale delle proteste. Gli agricoltori europei sentono minacciata la loro sussistenza a causa dell’introduzione sui mercati di prodotti non conformi agli standard europei. In Italia, il Coordinamento Agricoltori, allevatori e Pescatori Italiani (Coapi) ha annunciato una mobilitazione dal 28 gennaio e che potrebbe continuare per tutto il 2025. Si chiede al Governo e agli Amministratori regionali la dichiarazione dello stato di crisi per le piccole e medie imprese agricole. Le principali preoccupazioni riguardano la concorrenza sleale in un mercato globale che contempla la presenza di prodotti a basso costo all’origine con un indebitamento delle imprese, sempre crescente e difficilmente sostenibile. Queste manifestazioni riflettono un malcontento persistente in tutto il settore agricolo europeo, già emerso nel recente passato quando venivano contestate le enormi sfide poste dalla normativa ambientale e dall’iniqua distribuzione dei sussidi agricoli. Nonostante le precedenti proteste abbiano portato a tavoli di discussione con le autorità, molte delle problematiche sollevate rimangono irrisolte, alimentando il rischio di altre mobilitazioni nei prossimi mesi.

E quindi chiaro che la Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027 dovrà avere la capacità di rispondere alle specifiche esigenze degli agricoltori con sostegni mirati alle aziende agricole più piccole e maggiori flessibilità di adattamento alle condizioni locali. Sono tutti interventi che l’organismo comune europeo ha nei suoi piani programmatici, ma i risultati dipenderanno soprattutto dall’efficacia delle misure che verranno introdotte. Senza azioni mirate e un dialogo costruttivo tra le parti interessate è probabile che le tensioni nel settore agricolo europeo non finiranno ma potrebbero persistere anche nei prossimi mesi.

A livello internazionale, ad appesantire i timori di tutto il settore agroalimentare sono state le recenti dichiarazioni del Presidente Donald Trump riguardo all’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni europee. Queste affermazioni stanno generando notevole preoccupazione tra gli agricoltori italiani e non solo. Il settore agroalimentare, infatti, teme ripercussioni significative sulle esportazioni verso gli Stati Uniti, uno dei principali mercati per il Made in Italy.

Secondo un’analisi di Prometeia, Società di analisi e previsione economiche al servizio delle aziende italiane, un incremento del 10% dei dazi su prodotti già tassati potrebbe comportare per l’Italia una perdita compresa tra 4 e 7 miliardi di euro, e in uno scenario più estremo, con un aumento generalizzato dei dazi su tutti i settori, la perdita potrebbe addirittura raggiungere i 9 miliardi di euro.

Durante il recente World Economic Forum di Davos, il nuovo Presidente americano Donald Trump ha affermato che “l’Europa dovrà pagare dei dazi”, sottolineando che tali misure serviranno a ridurre il debito pubblico statunitense. Per il nostro Paese, nonostante abbia espresso apprezzamento per la Premier italiana Giorgia Meloni, dichiarando “Meloni mi piace molto”, ha aggiunto: “Vedremo cosa succederà”, ha lasciato intendere che l’Italia potrebbe non essere esente da queste misure protezionistiche ma il quanto, come e quando lo scopriremo già nelle prossime settimane.

Scendendo più nello specifico, il settore agroalimentare italiano nei primi dieci mesi del 2024 ha registrato un export di 47 miliardi di euro, con un incremento del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma rischia di subire un duro colpo. Se prendiamo ad esempio i tre prodotti simbolo come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano e il Prosecco potremmo vedere un loro aumento dei prezzi sul mercato statunitense. Questa nuova condizione li renderebbe meno competitivi favorendo l’ascesa di imitazioni di qualità inferiore.

Analoga preoccupazione viene dai Consorzi di Tutela dei prodotti DOP e IGP che stanno monitorando attentamente la situazione ed hanno espresso preoccupazione per l’eventuale reintroduzione dei dazi, sottolineando che durante il precedente mandato di Trump tali misure avevano già causato una significativa riduzione delle esportazioni verso gli USA.

In questo contesto, c’è il rischio che l’intero settore agroalimentare europeo possa vedersi aggravare le pesanti difficoltà economiche già esistenti, e con tali prospettive, potrebbe crescere il malcontento esistente con le conseguenze che possiamo tutti immaginare.

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Saverio Scarpino
Giornalista Pubblicista dal 2004. Si immerge nelle sfide della comunicazione passando dal mondo pubblicitario a quello della qualità del prodotto. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Perugia coltiva la sua passione per la narrazione del Settore Agroalimentare: palcoscenico perfetto per approfondire la conoscenza dell’enogastronomia ed esplorare i segreti dei sapori e delle tradizioni dei territori italiani. Ha operato sulle pagine del magazine “Il Sommelier” Fisar, trasmettendo la bellezza, l’evoluzione e la complessità del mondo del vino, e per diversi anni ha condiviso la sua conoscenza con gli aspiranti sommelier illustrando loro, attraverso l’analisi sensoriale, le peculiarità del mondo della viticoltura italiana e internazionale. La sua dedizione lo ha portato a diventare membro del Direttivo di ASA (Associazione Stampa Agroalimentare Italiana), culminando a Presidente Nazionale nel 2022.