decisione finale
L’Ue ha fissato le nuove regole sull’etichettatura dei vini tramite QR code, richiedendo una sola lingua sull’etichetta, l’uso della parola “ingredienti” prima del codice e l’esenzione delle info nutrizionali in descrizione
Etichette del vino: una sola lingua e niente info nutrizionali nel Qr code L’Ue ha fissato le nuove regole sull’etichettatura dei vini tramite QR code, richiedendo una sola lingua sull’etichetta, l’uso della parola “ingredienti” prima del codice e l’esenzione delle info nutrizionali in descrizione
Una sola lingua in etichetta, l’utilizzo della parola “ingredienti” a precedere il Qr code e nessun obbligo di inserire le informazioni nutrizionali nella descrizione: sono queste le novità che l’Unione europea ha finalmente applicato alle recenti regole per l’etichettatura dei vini tramite codice Qr. A riferire tutto ciò, il Commissario Ue all’agricoltura, Janusz Wojciechowski, in una lettera di risposta alle preoccupazioni sollevate dalla commissione Agricoltura dell’Eurocamera riguardo le nuove regole che avrebbero reso inutilizzabili le etichette gia stampate. Soddisfatto Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che lo scorso 9 marzo aveva prorogato a giugno l’applicazione della normativa in Italia per risparmiare la stampa di milioni di etichette (che poi non sarebbero state corrette in mancanza di comunicazioni precise da parte di Bruxelles): «Grazie alle sollecitazione del governo Meloni, la Commissione ha finalmente chiarito come la dicitura “ingredienti” sulle future etichette non debba essere tradotta, e che né gli Stati membri, né i distributori potranno chiedere di aggiungere la dicitura “informazioni nutrizionali” al codice Qr apposto sul retro delle bottiglie».
Le novità per le etichette del vino con Qr Code in Europa
Etichette del vino con Qr Code, il commento di Lollobrigida «Il ministero dell’Agricoltura – ha proseguito Lollobrigida – si è attivato sin da subito per trovare una soluzione alle criticità che avrebbe comportato l’introduzione della norma europea che prevedeva modifiche sulle etichette dei vini. Dopo serrati dialoghi con le associazioni vitivinicole e produttori, abbiamo sollevato la questione già durante l’Agrifish dell’11 dicembre, dove abbiamo chiesto di avere certezze in materia di etichettatura dei vini di fronte a un’interpretazione della norma che non risultava poco chiara e dannosa. Dopo un incontro con il Commissario Wojciechowski e il direttore Burtscher abbiamo ottenuto risposte scritte» ha concluso il ministro.
Come funzionano le nuove etichette dei vini nell’Unione europea Per l’occasione, ricordiamo che la nuova etichettatura dei vini nell’Unione europea tramite Qr Code consentirà a tutti di accedere in pochi secondi a questa serie di informazioni:
La designazione della categoria di prodotto vitivinicolo Il termine “Denominazione di origine protetta” (Dop) o “Indicazione geografica protetta” (Igp) e il relativo nome, per i vini registrati come indicazioni geografiche Il titolo alcolometrico volumico effettivo (% vol) L’indicazione di provenienza Il nome dell’imbottigliatore o il nome del produttore o del venditore Il contenuto netto Il contenuto di zucchero per le categorie di vino spumante Le sostanze che provocano allergie o intolleranze Il termine minimo di conservazione per i prodotti vitivinicoli sottoposti a trattamento di dealcolizzazione L’elenco degli ingredienti Etichette del vino, quali sono gli ingredienti da riportare nel Qr Code? Ma cosa si intende per “ingredienti del vino” e quali sostanze sarà possibile trovare collegandosi al Qr Code che i produttori dovranno stampare sulla retro-etichetta delle bottiglie? Innanzitutto, nella lista degli ingredienti figureranno gli “additivi” ma non i “coadiuvanti” utilizzati in fase di vinificazione (ad eccezione di quelli che possono causare allergie). La distinzione è netta ed è stabilita dalla “Tabella 2” della parte “A” dell’allegato I del Regolamento delegato UE 2019/934. Ecco dunque che, oltre ai solfiti – i “conservanti” del vino – i consumatori potranno venire a conoscenza dell’eventuale utilizzo, da parte dei produttori di vino, di “additivi” come la gomma arabica, l’acido malico o le mannoproteine di lieviti: a scanso di equivoci, tutti prodotti legali, il cui utilizzo è regolamentato dalla specifica legislazione. Non dovranno invece essere indicati “coadiuvanti” come tartrati, carbonati, bentonite e tannini, responsabili di alcuni processi nell’ambito della vinificazione. Altra grande novità è l’obbligo dell’indicazione dell’eventuale utilizzo di mosto concentrato rettificato (Mcr), utile (anche) per “aggiustare” il livello di alcol del vino.
L’unico “arricchimento” possibile in Italia – tra l’altro secondo i limiti dettati dai disciplinari di produzione – è quello del “mosto rettificato”, che interessa la sola componente zuccherina del mosto (nello specifico glucosio e fruttosio, non saccarosio). In Italia è infatti vietato il cosiddetto “zuccheraggio” con saccarosio, possibile per esempio in Francia, pur con i dovuti distinguo tra zone e denominazioni che hanno rinunciato (o stanno rinunciando) a questa pratica. Tra gli ingredienti di alcuni vini stranieri potrà così apparire la dicitura “saccarosio”, oppure “zucchero”. Per i prodotti vinicoli come gli spumanti Metodo classico, dovrà essere indicato l’utilizzo del “liquore di tiraggio”, nota come liqueur d’expedition.
Fonte Italia a Tavola