Le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona (28 – 30 Novembre 2024) rappresentano il principale appuntamento fieristico internazionale specializzato in Italia sulla zootecnia ad alta redditività, lo strumento più efficace per fare network con i protagonisti del settore agroalimentare e confermano ogni anno la città lombarda come una delle principali capitali mondiali per il settore. A Cremona presenti oltre 200 espositori e con 80 delegati provenienti da 20 Paesi a rappresentare l’intera filiera lattiero casearia.
Uno dei temi più preoccupanti è stato quello della PSA (Peste Suina Africana) malattia virale dei suini e cinghiali selvatici che causa un’elevata mortalità negli animali infettati. Il virus che la provoca, innocuo per l’uomo, genera notevoli disagi socio-economici in molti Paesi. L’argomento è stato discusso durante il convegno dal titolo “Epidemiologia della Psa, conoscerne le origini per contrastarne la diffusione”, è emerso che anche gli animali sani provenienti da allevamenti in zone “a rischio” pagano le conseguenze della “peste suina”, finendo per essere venduti ad un prezzo irrisorio, quando poi la loro carne finisce nella filiera italiana e rivenduta allo stesso prezzo di quella lontana dai focolai. Un allarme preoccupante se si pensa che da ormai oltre un decennio l’epidemia di Peste Suina Africana sta interessando alcuni Paesi Europei, tra cui l’Italia e ancora non è stato risolto completamente il problema.
Tra la fine del 2023 e l’inizio 2024, nonostante la prosecuzione dell’attività di sorveglianza, un’intensificazione delle misure volte al controllo della popolazione selvatica e l’implementazione delle attività di ricerca e segnalazione delle carcasse nell’ambiente, è proseguita la diffusione della malattia, specialmente nel cluster di infezione del Nord Italia, determinando un sensibile allargamento dell’area sottoposta a restrizione. Numerosi casi sono stati notificati nelle adiacenze del Parco del Ticino in provincia di Milano, altri in provincia di Pavia e in alcune aree dell’Emilia-Romagna e del Piemonte, denotando una diffusione della malattia attraverso i corridoi naturali. Le misure straordinarie per limitare la diffusione del virus però, con l’istituzione di zone “a rischio” dove sono stati individuati focolai e che comprendono gli allevamenti limitrofi, seppur con bestie sane, stanno causando gravi danni.
All’incontro, organizzato da Confagricoltura Lombardia e Libera associazione Agricoltori Cremonesi, hanno partecipato, tra gli altri, Davide Berta, Presidente della Federazione Regionale di Prodotto Allevamenti Suini di Confagricoltura Lombardia, Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia, Silvia Bellini, Responsabile Strutture Sorveglianza Epidemiologica Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia- Romagna e Alessandro Beduschi, assessore all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste di Regione Lombardia.
Davide Berta: “La peste è stata devastante per gli allevatori, se non ci fosse l’intervento pubblico gli allevamenti colpiti sarebbero destinati alla chiusura, non si può andare avanti così, bisogna fare qualcosa, capire quali sono stati gli errori, in modo da poter migliorare”.
Antonio Boselli: “Siamo in una situazione drammatica, non solo per chi subisce la Psa, ma anche per chi sta intorno, abbiamo allevamenti che sono allo stremo, non sanno come vendere e non sanno dove mettere i maiali, è doveroso un sostegno a chi vende suini, altrimenti ci sarà la desertificazione, e vedendo i focolai Psa io credo che ci dovremo convivere per molto tempo. Chiedo un grosso impegno alla Politica perché si trovino delle risorse o ci venga permesso di vendere comunque i maiali in zona di restrizione, se l’allevamento è sano, e che vengano retribuiti in maniera corretta. Posso capire una piccola riduzione ma non i prezzi che si stanno pagando adesso”
Alessandro Beduschi. “La peste corre, necessita di una cura quasi maniacale, la stessa cura che abbiamo riservato a noi stessi per il Covid va messa nei nostri allevamenti. Bisogna sicuramente agire su un altro fronte, come l’osservazione del cinghiale, che deve essere contenuto, è inutile che la fauna selvatica continui ad essere osservata come qualche politica a livello planetario e nazionale ha fatto fino a ieri. I cinghiali seguono l’uomo e quindi si sono spostati in pianura, e noi dobbiamo proteggere il nostro territorio zootecnico, che tra Cremona, Mantova e Brescia ha il suo tesoro. Insieme al Ministro Lollobrigida stiamo valutando di chiedere ciò che è giusto chiedere, un aiuto alla Comunità Europea, perché se l’Europa deve essere un’entità madre dei nostri territori, deve agire per implementare i denari che l’Italia garantirà (10 milioni), duplicandoli. Inoltre, è stato aperto il bando regionale SRD02 dei 61 milioni di euro totali, 20milioni sono dedicati al settore suinicolo. Regione Lombardia è al fianco degli allevatori e conscia che non possiamo abbandonarli”.
L’osservazione dei cinghiali morti è fondamentale per la prevenzione di nuovi focolai, e in tal senso sono in arrivo novità, così come dall’Europa sono attesi rinforzi.