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Con i social a mille non si può evitare, più leggo del mondo pizza (ora leggo solo, per
informazione e aggiornamento) e più “imparo” che in questo mondo esiste solo l’alta
qualità, prodotti unici e freschi, raccolti a mano, altro che il vecchio e deteriorato km0, fatti
arrivare da Nord a Sud, da Est a Ovest in capo al mondo.
E deduco, senza ombra di dubbio, che le pizzerie hanno bagnato il naso ai ristoranti di alto
lignaggio. Sì, perché adesso hanno, non solo la diffusa carta dei vini, ma la carta delle
acque, la carta degli olii, una scelta infinita di grani e relative farine in menu: antiche arse
senza glutine ai cereali farro kamut orzo patate ceci riso… ma tutti puntano
inesorabilmente alla tradizione. Mah!
La mia non vuole essere necessariamente una critica, anzi, cinicamente direi che era ora
che si parlasse così tanto e così bene della pizza e di questo settore. L’errorino è
l’imbastardimento, la promiscuità fra ristorante e pizzeria che mi fa pensare, i pizzaioli
sono divenuti cuochi e grandi chefs parlano di pizza. Persino nell’abbigliamento, hanno
iniziato i cuochi a togliersi la casacca bianca e i pantaloni a quadrettini bianchi e neri per
vestirsi immensamente di nero e fogge fashion. E dietro loro ecco arrivare i pizzaioli,
sempre più estrosi e fosforescenti.
Era ora che cogliessero il meglio e lo avessero, mentre il mondo è sommerso di fake.news
che per riconoscerle devi fare un corso, altrimenti ti bevi un’infinità di…
Noi dell’agroalimentare abbiamo bisogno di dire e dare sincerità.
Va beh, sono contenta comunque, se la vedano i consumatori, i clienti che, troppo giovani
oggi, non hanno mai bevuto un uovo crudo e non ne conoscono il sapore. L’unica cosa
che sempre mi ha dispiaciuto è vedere pizze napoletane dichiarate puntellate di bruciature
sul cornicione. Non mi ci sono mai abituata in quarant’anni che ho seguito questo settore
da protagonista. Sono assolutamente antiestetiche da vedere, quei pezzi carbonizzati, e
forse anche poco salutari. Si può far presente che la macchina fotografica, ma anche il
telefonino, per quanto ci si lavori, non sono degli istituti di bellezza?