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Gli spumanti metodo classico trentini hanno sbaragliato il campo conquistando al cospetto di un prestigioso parterre di “maison” spumantistiche italiane ed europee 14 medaglie d’oro e cinque argenti
Trentodoc, bollicine da record al “Venice International Wine Trophy Bubbles” Gli spumanti metodo classico trentini hanno sbaragliato il campo conquistando al cospetto di un prestigioso parterre di “maison” spumantistiche italiane ed europee 14 medaglie d’oro e cinque argenti
Exploit del Trentodoc al “Venice International Wine Trophy Bubbles”, il campionato mondiale delle bollicine, che si è tenuto sabato 23 marzo a Villa Farsetti, la splendida Versailles veneziana dei Dogi. Gli spumanti metodo classico trentini hanno sbaragliato il campo conquistando al cospetto di un prestigioso parterre di “maison” spumantistiche italiane ed europee 14 medaglie d’oro e cinque argenti.
Gli spumanti metodo classico trentini hanno sbaragliato il campo
“Venice International Wine Trophy Bubbles”, successo Trentodoc Al primo posto assoluto con il punteggio di 94,40 centesimi si è classificato il Trentodoc Extra Brut Disìo 2018, un Blanc de Noirs (100% Pinot Nero, 44 mesi sui lieviti) della maison spumantistica Spagnolli di Cimone, località alle pendici del Bondone ribattezzata da Veronelli “La piccola Epernay del Trentino”.
Al primo posto assoluto con il punteggio di 94,40 centesimi si è classificato il Trentodoc Extra Brut Disìo 2018
Una bollicina di montagna d’alto lignaggio che ha preceduto (appaiati a quota 93,20 centesimi) il Brut Nature Riserva Maso Alesiera della casa spumantistica trentina LeVide del conte Valperto degli Azzoni, l’Altemasi Pas Dosé Cavit 2018 e il Rosé Enrico Primo della tenuta Torre Fornello di Ziano Piacentino. Al quinto posto lo Champagne della maison familiare Gaiffe Brun bio-dynamite con 93 centesimi seguito da un altro Champagne: la Cuvée Premier Cru Michel Maillard (92,60 centesimi).
Quel “Disìo” di dantesca memoria nel cuore del Trentodoc L’Extra Brut Blanc de Noirs Disìo Spagnolli ha conquistato la giuria per il color paglierino brillante, perlage di rara finezza con un bouquet di fragranze alpestri (dal biancospino alle mele antiche, dal muschio ai frutti di bosco) e nuances agrumate (bergamotto, cedro, chinotto) piacevolissime, mentre al palato è un’esplosione di freschezza e sapidità a dispetto della lunga permanenza sui lieviti e del successivo affinamento in bottiglia.
Sensazioni che accompagnano ed esaltano la struttura, possente ed elegante ad un tempo, di queste leggiadre bollicine di montagna: freschezza, sapidità, equilibrio, persistenza. Nasce nei vigneti terrazzati alle pendici del Bondone ad una quota di 600-650 metri e ricorda in etichetta “il disìo che ‘ntenerisce il core ai naviganti” di dantesca memoria (VIII Canto del Purgatorio).
Trentodoc, record di medaglie d’oro per Rotari, Revì, LeVide, Pojer & Sandri La consacrazione a livello internazionale del Trentodoc è giustificata, oltre che dall’exploit del Disìo Spagnolli, dalle performances della casa spumantistica Rotari del Gruppo Mezzacorona che ha conquistato tre ori (con l’Alpe Regis Rosè, con la Riserva Flavio 2015, con l’Alpe Regis Brut 36 mesi) e due argenti (con l’Alpe Regis Pas Dosè 60 mesi e l’Alpe Regis Extra brut 48 mesi). Venezia ha portato fortuna anche alla maison spumantistica Revì di Aldeno (tre ori con il Blasé 2017, con il Cavaliere Nero 2017 e con il Paladino 2018), alla cantina LeVide (tre ori con la Riserva Maso Alesiera, con il Rosé Cime di Altilia e con il Brut millesimato Cime di Altilia) e alla cantina cembrana Villa Corniole (due ori con il Salìsa Brut 2019 e il Salìsa Zero 2018 e un argento con il Salìsa Extra Brut Rosé 2020).
Due medaglie d’oro ha conquistato anche l’azienda Pojer& Sandri con il Brut Rosè e con il blend Codice 34. Un metodo classico quest’ultimo in versione Nature che nasce da un assemblaggio di uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco realizzato per un 50% da vini di riserva della vendemmia 1997 e per il restante 50% della vendemmia 2017. Il nome, Codice 34, identifica il serbatoio numero 34 utilizzato per l’assemblaggio delle basi. Il 34, riportato in etichetta, è anche un numero magico: ricorda un quadro del pittore e incisore tedesco Albrecht Dürer, mentre nella smorfia napoletana rappresenta la “capa”, vale a dire la testa. L’ uomo che ragiona ed accompagna lo spumante nel processo naturale.
Un oro anche a Pisoni, alla Cantina di Riva e a Lasterosse (Val di Non) Una medaglia d’oro è stata assegnata anche al Pas Dosé Altemasi della Cavit, alla maison Pisoni (con il Blanc de Noirs 2020) che ha cconquistato anche due argenti con il Brut Naure 2018 e il Brut 2020), alla Cantina di Riva per la Riserva Bio 2019 (con l’argento per il Brut Brezza 2020) e alla cantina LasteRosse di Pietro Pancheri, in Val di Non, per il Blanc de Noirs metodo classico Extra Brut 2018 (46 mesi sui lieviti) ottenuto da uve Groppello in purezza coltivate a 730 metri di altezza.
L’evento si è svolto a Villa Farsetti, la splendida Versailles veneziana dei Dogi
Medaglie d’oro anche per il Brut metodo classico 60 mesi e per l’Extra Brut 72 mesi dell’azienda Tenuta degli Angeli di Carobbio (Bergamo), per il Franciacorta Extra Brut Emozione Unica 2017 dell’azienda Villa di Monticelli Brusati, per l’Extra Brut 2016 della tenuta piacentina Torre Fornello, per il Pinot Nero Opusprima Extra Brut 2006 di Fabrizio Maria Marzi, per il Brut Blanc de Blancs 2020 della tenuta dell’Oltrepò Pavese Il Poggiolo di Pietro Delmonte e per il Verduzzo Millesimato 2021 Anniversario 1952 dell’azienda vinicola Anna Spinato di Ponte di Piave (Treviso).
Premio speciale della giuria popolare al Brut Passerina di Selen La giuria popolare ha assegnato un premio speciale al Brut Passerina di Selen. Una bollicina peccaminosa nata dalla volontà e dal piacere di dedicare un brindisi all’altra metà del cielo. Per lanciare questa nuova “chicca” il giovane imprenditore ravennate Giulio Petronici si è affidato ad una icona sexy dello scorso millennio, oggi gettonatissima influencer, Luce Caponegro, in arte Selen.
Abbiamo assaggiato questo Brut in anteprima a Venezia, al Ristorante Gheni, in Cannaregio, Fondamenta Savorgan, alla vigilia del “Venice International Wine Trophy Bubbles”. Accattivante la bottiglia, autografata da Selen, che da quache giorno è in enoteca assieme ad altre due proposte dell’azienda: un Bianco (cuvée di Chardonnay e uve aromatiche) e un rosso: un Sangiovese di Bertinoro.
Presentando il Brut Passerina di Selen, l’attrice ha ricordato che «regalare un vino ad una donna è sempre un gesto di grande eleganza». «Gli omaggi floreali, per quanto galanti – ha aggiunto – sono ormai demodé anche per noi donne. Credo non esista miglior regalo di una buona bottiglia di vino. È un pensiero che racchiude in sé una dichiarazione d’amore, di amicizia e di stima. Regalando un vino ad una donna, non importa se moglie, fidanzata, madre, sorella, amica o collega, si regala un’emozione».
Due “Master Class” sullo straordinario mondo dello Champagne Nel corso della tre giorni di degustazioni a Villa Farsetti, oltre agli eventi fuori salone, “Bollicine in Villa” ha ospitato due affollatissime Master Class sullo straordinario Mondo dello Champagne con un presentatore d’eccezione: l’enologo Fabrizio Maria Marzi.
Sette gli Champagne degustati il sabato: il Brut Nature Dosage Zero (84 mesi) di Bernard Robert; l’Extra Brut (48 mesi) Gosset di Jean Pierre Cointreau; il Brut Majeur Extra Age (30 mesi) di Ayala; la Cuvée D Ensemble Prestige Grand Cru (48 mesi) di Barbier Louvet; l’Extra Brut Blanc de Blancs Cru Mesnil Expérience (72 mesi) di André Jacquart; il Brut Vintage 2013 (96 mesi) di Dom Pérignon; il Rosé Brut (36 mesi) Ruinart.
L’enologo Fabrizio Maria Marzi
Cinque gli Champagne degustati la domenica: il Brut Réserve Exclusive (15 mesi) di Nicolas Feuillatte; il Théophile Blodel Grand Cru Millesimato 2014 (60 mesi) di Barbier Louvet; Le Treizot Grande Réserve 2016 (60 mesi) di Bernard Robert; lo Champagne Brut Prestige (72 mesi) di Richard Bavion; il Vintage 2004 “Plénitude 2” (oltre 180 mesi) Dom Pérignon.
Cena di gala con premiazioni al Risorante “Antico Veturo” “Bollicine in Villa” ha vissuto anche quest’anno un momento conviviale con la cena di gala, le spettacolari esibizioni canore e le premiazioni al Ristorante “Antico Veturo” di Trebaseleghe (Padova). Spettacolare il buffet sotto le stelle con la pala romana con mortadella “La Favola”, la tartar di manzo veneto in bellavista, la crocchette cacio e pepe, il gorgonzola al cucchiaio “Arrigoni”, le ostriche “Finittica”, le fritturine da passeggio, le olive verdi e nere degli uliveti Mezzapelle di Marsala.
Fuochi d’artificio anche a tavola con i ravioli di ricotta, crema di spinaci e guanciale; il risotto con gli asparagi e il Morlacco di malga del Monte Grappa; il pollo ruspante “Latte e Miele” con salsa al vino rosso ed erbe cotte. Intermezzo con “Non è ancora Pasqua” e chiusura con uno sfizioso tiramisù alla liquirizia e un trionfo di colombe dell’Antica (1938) Pasticceria Loison: la classica Anno Domini 1552, la Regal Cioccolato, la Caramello salato e la novità della pasqua 2024: albicocca basilico.
Spettacolare carrellata di Champagne, spumanti italiani ed europei Hanno accompagnato la cena una spettacolare carrellata di Champagne, spumanti italiani ed europei, vermouth, grappe ed amari. Al buffet il Brut Rosé Morosè dei Poderi Morini, il Pignoletto Docg Francia Brut dei Colli Bolognesi di Maria Letizia Gaggioli, il Prosecco Doc frizzante Col de Mar di Pramaggiore, il Brut Nature Biribesch della Tenuta Uccellina di Ravenna, il Passerina Brut di Selen, il Weisser Sekt dell’azienda austriaca Gangl di Illmitz (Burgenland), il Blanc de Noirs millesimato dell’azienda Il Poggiolo di Montù Beccaria (Pavia), il Brut Pinot Grigio Marocchesa di Mogliano Veneto.
Hanno accompagnato la cena una spettacolare carrellata di Champagne, spumanti italiani ed europei, vermouth, grappe ed amari
A tavola il Blanc de Noirs Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese metodo classico Brut millesimato 2017 (60 mesi) dell’azienda Cà del Gé di Montalto Pavese, lo Champagne Brut Grand Cru (48 mesi) di Viellard-Millot, il Faiv Rosé Brut Nature metodo classico (120 mesi) Marchisio Family di Castellinaldo d’Alba (Cuneo). E con il caffè chiusura con il Vermouth Salvan’s della casa spumanatistica trentina Revì, con il Barolo Chinato Sargentin e con il Dolce Birbet mosto di uve parzialmente fermentato dell’azienda Montaribaldi di Barbaresco. In alto i calici. Prosit.
Fonte Italia a Tavola