ServizioCollezionismo e finanza
Negli ultimi 10 anni i rendimenti dei vini di pregio sono cresciuti del 231%, facendo meglio di gioielli e arte. Il mercato delle bottiglie ha però bisogno di conoscenza per evitare i raggiri.di Redazione
29 marzo 2023
2′ di lettura
In una delle frasi più citate quando si parla di investimenti, Gianni Agnelli, grande collezionista di etichette pregiate, disse che preferiva investire in vino che in azioni, perché se l’operazione fosse andata male, almeno avrebbe potuto consolarsi stappando le bottiglie. Oggi l’investimento in fine wines è sempre più popolare, grazie alla volatilità degli altri mercati, agli ottimi risultati degli ultimi anni che qualificano il vino come nuovo bene-rifugio e alla non trascurabile componente della passione dei collezionisti. Nell’ottica di una necessaria diversificazione del proprio portafoglio, il vino può essere considerato un ottimo bene rifugio, che si mantiene saldo anche nei periodi di grande turbolenza e che dal 2005 ha registrato una crescita del 198%. Se si considerano i pleasure asset alternativi, ha ottenuto una crescita del 231% negli ultimi dieci anni, rispetto al 113% dell’arte e al 142% dei gioielli. Se si aggiunge che essendo il vino pregiato un bene deteriorabile non c’è tassazione sul capital gain e che finché viene movimentato all’interno dei magazzini certificati non viene anticipata l’Iva, si comprende perché desti l’interesse di un popolo di investitori sempre più numerosi.
Un mercato in costante espansione quindi, guidato in parte dal listino ufficiale Liv-Ex, in parte dai giudizi dei critici enologici e da altre fonti di informazione e spesso alimentato da passione e conoscenza approfondita, dove però non è facile operare da soli. La guida Vino&Finanza in edicola il 29 marzo con Il Sole 24 Ore (e disponibile dal giorno successivo in ebook) offre tutti gli strumenti per operare su questo nuovo, interessante mercato con l’aiuto di professionisti del settore. Sono molte, infatti, le piattaforme di investimento disponibili, parecchie nate nel periodo di pandemia quando l’acquisto di vino online, sia per il consumo che per l’investimento, era l’unica possibilità. Dal portafoglio di vini disponibili ai costi di gestione, all’investimento iniziale richiesto e all’utilizzo delle nuove tecnologie Blockchain e NFT fino alla exit strategy, quando si decide di vendere tutto o una parte dell’investimento, troverete tutte le informazioni necessarie per iniziare a operare in un mercato affascinante e in grande fermento. Con un occhio alle aree geografiche più in crescita in Italia e all’estero – a fianco delle già note Borgogna, Bordeaux, Toscana e Piemonte. Comprese, ovviamente, le tecniche migliori di conservazione in speciali magazzini sparsi in tutta Europa, dove i fine wines acquistati per investimento riposano a temperatura e umidità costanti, in assenza di luce e vibrazioni. Spesso, a fianco di opere d’arte inestimabili, che hanno bisogno delle stesse accurate condizioni di conservazione.
Riproduzione riservata ©
Fonte IL SOLE 24 ORE