Obiettivo degli “Indiana Jones” di Veneto Agricoltura, “trasformare” le risorse genetiche, rappresentate dai semi, in piante utilizzabili per la riforestazione, il ripristino degli habitat e la salvaguardia delle specie.
Il paragone non è per niente forzato, si tratta di veri e propri “ricercatori di seme”. È entrata nel vivo proprio in questi giorni la campagna di raccolta dei semi svolta dal Centro Biodiversità Vegetale di Montecchio Precalcino (Vi) di Veneto Agricoltura. Nel mese di agosto infatti maturano le bacche (ovvero i frutti) di numerosi arbusti del sottobosco e che compongono le siepi campestri, e che dunque sono pronte per essere raccolte. È questo il preludio della grande raccolta autunnale dei semi di molti alberi, quali querce, faggi, frassini e abeti, per la quale entra in gioco anche il Vivaio dell’Agenzia regionale di Pian dei Spini in Cansiglio (Bl).
A partire da queste calde settimane di agosto, dunque, gli operatori di Veneto Agricoltura si trasformano in autentici “cercatori di semi”, e per questo battono a tappeto diverse aree della regione per raccogliere le preziose sementi, comprese quelle di molte piante acquatiche e spondali, a volte molto rare e minacciate di estinzione. Poi, dal prossimo mese di settembre e per tutto l’autunno, i tecnici “cercatori” di Veneto Agricoltura si trasferiranno in altre aree di pianura, nelle vallate prealpine e nei boschi alpini per raccogliere le sementi di molte specie arboree, in particolare nelle aree censite come “Boschi da Seme” del Veneto.
Il lavoro del Centro Biodiversità Vegetale consiste quindi nel “trasformare”, con il massimo della tracciabilità, le risorse genetiche, rappresentate proprio dai semi, in piante utilizzabili per la riforestazione (comprese le aree del demanio colpite dalla tempesta Vaia), il ripristino degli habitat e la salvaguardia delle specie.
Questa importante attività presuppone, dunque, la conoscenza e il costante monitoraggio dei cosiddetti “popolamenti da seme”, ben 168 distribuiti dalle pianure ai boschi di alta quota, in rappresentanza di quei boschi e quegli habitat naturali o semi-naturali nei quali la raccolta della “materia prima” (il seme) rappresenta l’inizio del percorso che porterà ad ottenere nuovi alberi, nuovi arbusti e nuove erbe nel pieno rispetto della biodiversità.
La raccolta, da parte di personale esperto, di seme proveniente da boschi e ambienti ben conservati e censiti della nostra regione garantisce così che le piante ottenute presentino un patrimonio genetico adeguato alle condizioni ambientali ed espressione di biodiversità.